QUANDO PADELLARO FIRMAVA APPELLI PER I CONTRIBUTI AI GIORNALI DI PARTITO

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«Alcuni giornali imbottiti di soldi pubblici si sono adontati perché abbiamo fatto notare la coincidenza del loro silenzio su Malinconico che li aveva appena imbottiti di soldi pubblici: ma, se la coincidenza non la fa notare l’unico giornale che rifiuta i finanziamenti pubblici, chi altri la farà notare?». Lo scriveva Il Fatto Quotidiano in un articolo di ieri. Eppure, l’attuale direttore del Fatto Antonio Padellaro, allora alla guida de l’Unità, firmò nell’agosto del 2006 insieme ai direttori di Europa, Liberazione, Secolo d’Italia e Padania, un appello in difesa proprio del finanziamento pubblico ai giornali.

L’appello di Padellaro:
«In Italia esiste la tradizione dei quotidiani di partito. Questi giornali hanno avuto, e hanno, una funzione molto importante. Rappresentano la pluralità delle informazioni e delle opinioni in un mercato editoriale assai ristretto e controllato da pochi gruppi. I giornali di partito sono uno strumento fondamentale di dibattito, di informazione e di lotta politica. Un pezzo importante del nostro sistema democratico. Oggi i giornali di partito sono in forti difficoltà economiche. Soprattutto perchè sono tagliati fuori quasi completamente dagli investimenti pubblicitari.
Vi forniamo questo dato: i grandi giornali di informazione ricevono 1 euro dalla pubblicità per ogni euro ottenuto dalle vendite. Giornali come ‘Liberazione’ o ‘II Secolo d’Italia’ ottengono per ogni euro di incassi da vendite circa 3 centesimi di pubblicità. Si vede bene che c’è una disparità insopportabile e per sanare questa disparità occorre il finanziamento pubblico dei giornali di partito.
Se si rinuncia al finanziamento pubblico si rinuncia a una parte fondamentale della libertà di informazione. I giornali di partito, oggi, in Italia, sono cinque (quelli che fanno riferimento a partiti presenti in parlamento e nelle schede elettorali, e che distribuiscono il giornale in tutte le edicole del paese). Questi giornali sono ‘l’Unità’, ‘II Secolo d’Italia’, ‘Liberazione’, ‘La Padania’ e ‘Europa’.
Noi crediamo che questi giornali debbano poter accedere ad un sistema di finanziamento pubblico sicuro, puntuale e riservato solo a loro. E che l’entità di questo finanziamento (fermo da 15 anni mentre il costo e il prezzo dei giornali è triplicato) vada aggiornato e adeguato. Chiediamo al governo e ai gruppi parlamentari di destra e di sinistra di impegnarsi in questo campo e di farlo in tempi molto brevi».
Firmato:
Antonio Padellaro (l’Unità)
Stefano Menichini (Europa)
Piero Sansonetti (Liberazione)
Flavia Perina (II Secolo)
Gianluigi Paragone (La Padania)

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