I Corecom sono stati istituiti nel 1997. La funzione principale è quella di essere un grande postificio in chiave federalista. Infatti, come a livello nazionale, i commissari dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni vengono designati dai partiti sulla base del manuale Cencelli, tutte le Regioni nominano i loro commissari locali; stesso criterio. Quindi i nove posti nazionali diventano circa 200 con la moltiplicazione federalista. Con quello che costano l’Autorità ed i Corecom si potrebbe fare la banda larga. Ma questo è un altro discorso. In Campania sin dall’istituzione i Corecom hanno viaggiato dribblando denuncie alla Procura della Repubblica, rivolte a creare tensioni tra i membri ed a rinominarne i membri, al fine di ridare vita alle spartizioni. Clamoroso il caso di quello presieduto da Samuele Ciambriello, l’ex prete reso famoso da Costanzo ed ora dedito alla radiocronache del Napoli. Scaduto sin dalla nomina è durato qualcosa come nove anni. Poi, due anni fa, viene nominato il nuovo Consiglio e viene chiamato a presiederlo Gianni Festa, avellinese ed ex giornalista de Il Mattino, molto gradito alla signora Mastella. Ma Il Corecom dovrebbe durare fino alla fine della legislatura (circostanza incompatibile con la definizione stessa di autorità amministrativa che, indipendente dalla politica, non dovrebbe avere alcun rapporto con la legislatura ed essere, guarda caso, indipendente dalle sorti della politica). Ma, è chiaro, ci sono dei posti e chi vince le elezioni li vuole per sè. Ma cosi è. Si fanno le elezioni e vince Caldoro. Il nuovo Consiglio Regionale riprende in mano il manuale, sempre lo stesso, grandissimo Cencelli che ha scritto un testo che supera la numerazione delle repubbliche italiane, mai contestato, altro che la Costituzione; e fa le nomine. Viene nominato un nuovo Comitato e viene chiamato a presiederlo Lino Zaccaria, un altro ex giornalista del Mattino. Mentre imperversano le polemiche sulle incompatibilità dei membri del nuovo Comitato, che intanto stenta a riunirsi, arriva la sentenza del Tar. E tutto torna cme prima. O, meglio, nelle more del ricorso della Regione Campania alla prima riunione del vecchio Comitato si presentano anche i precedenti membri. Una tarantella alla napoletana. Ma in chiave federalista.
Gatto peloso
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