Guai in paradiso, a La7 per la precisione. Il comitato di redazione ha tenuto una conferenza stampa in cui ha tuonato: “La7 è un’azienda che ottiene grandi risultati di pubblico e economici, ma non redistribuisce gli introiti ai giornalisti delle redazioni e dei programmi. Le cose in azienda vanno bene, ma a usufruire di questi risultati sono solo le star e gli azionisti”. Cosa stia accadendo l’ha spiegato Stefano Ferrante, esponente del Cdr e segretario di Stampa Romana: “Abbiamo difficoltà nell’avviare un confronto produttivo con la parte aziendale. Per i nuovi assunti i contratti non sono applicati correttamente con il ricorso a forfait bassi. C’è un grande divario tra i colleghi assunti con vecchio contratto e i neoassunti che vivono una particolare sofferenza, eludendo la contrattazione collettiva. È una pratica che si è affermata nel settore editoriale e costituisce un vulnus gravissimo in molte redazioni: quando si parla di retribuzioni basse in Italia questo riguarda anche professioni che una volta erano considerate casta”. Una brutta gatta da pelare per Urbano Cairo a cui i giornalisti chiedono ora “un piano di sviluppo con un orizzonte nuovo, che consenta alla redazione di lavorare con soddisfazione”. La Fnsi si schiera coi colleghi di La7: “Le aziende tentano di destrutturare il contratto di lavoro, invece tutti i giornalisti devono avere gli stessi diritti. È una battaglia di civiltà. Siamo al tavolo contrattuale e stiamo trattando con tutte le aziende della Fieg. Tutto quello che non entrerà nell’accordo dovrà essere oggetto di vertenze mirate. Le aziende – ha concluso Costante – devono riconoscere che stanno violando il contratto e l’unico modo per farlo è intavolare vertenze che cominciano con il confronto sindacale e possono poi proseguire come vertenze giudiziarie”.
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