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PRESENTE NERO E FUTURO A RISCHIO. LA RAI: UN CAVALLO MORENTE?

Il canone non basta, i creditori protestano e c’è il rischio concreto di bloccare gli stipendi; chiesti 1,3 mld al Tesoro.
Ed ecco che spunta Raiway (l’azienda che veicola i canali Rai e che vale un miliardo di euro) farsi baluardo e garanzia per un prestito di 80 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti.
Prestito utile, ma basterebbe per le retribuzioni di un solo mese.
Perentorio Alsessandro Penati, economista della Cattolica: «Quando sei disposto a cedere il bene più solido e prezioso, significa che sei in corsa verso il fallimento e cerchi di mascherare il debito, la Rai può smobilitare Raiway, ma poi deve noleggiare le frequenze per andare in onda oppure vogliono chiudere le televisioni?»
Il Futuro prossimo potrebbe essere ancora più arduo per il “cavallo claudicante” che sarà costretto a correre; la concorrenza impone competitività.
Nel 2012 ci sono le olimpiadi e gli europei di calcio da comprare e ci vorranno 140 mln.
Anche la Sipra, l’azienda che raccoglie la pubblicità per Viale Mazzini,è pessimista: «L’anno prossimo dovremo fronteggiare il calo di ascolti e la prevedibile crisi finanziaria, qualsiasi stima è troppo ottimistica».
Ed ecco che spuntano i paragoni, inevitabili, con la recente “età dell’oro”.
Sei anni fa la Rai era sana, poi cosa è successo?
Sarà stato il passaggio al digitale, oppure i casi “Raiset e P4”, che non hanno di certo avvantaggiato il servizio pubblico, magari bisognava solo aumentare il canone ( ma c’è da precisare che quest’ultima è la tassa più odiata ed evasa dagli italiani), oppure risparmiare con le serie televisive e ridurre le società esterne.
Dunque non resta che vendere?
Per il professor Penati la soluzione non è l’alienazione: «Chi acquista un’automobile vecchia e rotta con pochi pregi e tanti difetti?
La Rai ha due strade: o taglia i costi del 30 per cento o morirà per rinascere male come Alitalia con i soliti salvatori della patria».
Ora ai vertici di Viale Mazzini hanno pensato di “mostrare i denti” al Ministero del Tesoro per avere subito 1,3 mld, altrimenti minaccia di non onorare il contratto di servizio.
La crisi acuta della Rai è recente, tuttavia è interessante fare un piccolo passo indietro.
Sul sito del Tg3 si legge ancora un breve componimento intitolato Il cavallo morente, datato il 19 ottobre del 2010, ecco qualche stralcio: «Eppure da anni è lì, morente per definizione.
Ma vivo per volontà.
Hanno provato a sostituirlo con una farfalla ma non c’è stato verso. Il simbolo rimane lui, il cavallo, magari azzoppato ma sempre cavallo…Sotto accusa per tutto, il povero cavallo ha assistito al proliferare di una fauna meno elegante e sempre più aggressiva.
Lui sempre lì ad aspettare, il cavallo era lui mica gli altri».

Egidio Negri.

editoriatv

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