PARTITO DEI PIRATI: ESTREMISTI O RIFORMATORI?

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Condivisione della conoscenza, libertà, partecipazione democratica, privacy, ma anche accuse di sessismo, neonazismo, razzismo e di ladri della rete. Chi sono realmente i Pirati?
Il Partito Pirata è nato in Svezia nel 2006 per poi diffondersi in Europa e nel mondo. Ha avuto e sta avendo grande successo in Germania dove è il terzo partito nazionale (insieme ai Verdi) e, secondo alcune stime, sarebbe in ulteriore crescita. Tuttavia non mancano polemiche e dubbi sulla bontà delle loro idee.
E proprio in Germania che i pirati devono controbattere a pesanti accuse di affinità con la destra nazista, di sessismo (pare che tra nel partito ci sia una sola donna ogni 15 uomini). Ha contribuito una dichiarazione di un rappresentante del partito. «La rapida crescita dei Pirati è paragonabile solo a quella del NSDAP [partito nazista, ndr] tra il 1928 e il 1945», ha dichiarato Martin Delius durante un’intervista a Der Spiegel. Ingenuità o esaltazione? Non ci è dato saperlo. Fatto sta che esternazione gli è costata la candidatura per le elezioni politiche del 2013. Tuttavia il corsaro rimarrà al Parlamento di Berlino. Delius ha chiesto scusa nel suo blog scrivendo che la sua dichiarazione è stata mal interpretata.
«Ognuno dovrebbe prestare particolarmente attenzione a ciò che dice e quali conseguenze potrebbero avere determinate analogie storiche», ha dichiarato Sebastian Nerz, presidente federale del partito. Paragonare i pirati con i nazisti è «un’assurdità totale». Nerz ha voluto ribadire la lontananza ideologica dei pirati dai nazionalsocialisti.
D’altra parte paragonare i pirati ai nazisti potrebbe essere una strategia di screditamento politico messa in atto dai concorrenti. In Italia la chiameremmo “macchina del fango”.
Andrea Nahles, segretaria generale del partito socialdemocratico, ha detto in più di un’occasione che «vanno tenuti fuori dal parlamento federale», mentre il leader liberale Patrick Döring ha sventolato lo spauracchio della «tirannia della massa».
Doversi confrontare con un partito che mette in discussione l’intero sistema politico e sociale potrebbe spaventare non poco i classici partiti.
In effetti i pirati «fanno concorrenza non solo ai liberali, ma anche ai socialdemocratici, ai verdi e alla sinistra», ha dichiarato un noto politologo tedesco, Gero Neugebauer secondo cui gli “arancioni” (è il colore di rappresentanza dei corsari) rappresentano sia un alternativa nuova che un movimento di protesta di respiro internazionale.
La piratessa russa Lola Voronina, ospite lo scorso dicembre del congresso federale di Offenbach, si è rivolta all’equipaggio con queste parole: «Non siete semplicemente un partito tedesco, siete la nave ammiraglia dei combattenti per la libertà. Internet fa sì che una bambina di 9 anni del Paraguay seduta in questo momento davanti al computer sia nostra eguale». Ecco che spunta il nodo centrale dell’ideologia dei pirati: l’importanza della rete come veicolo di conoscenza e democrazia.
In effetti i principali punti del programma sono: la riforma del diritto d’autore, abolizione sistema dei brevetti e il diritto alla privacy. Per i detrattori del partito tali propositi sarebbe solo un modo per speculare sulle risorse di internet senza pagare nulla. Dunque un modo per legalizzare la “pirateria” on line.
Tuttavia le ambizioni dei pirati, soprattutto tedeschi, esulano dalla cosiddetta Netzpolitik, ovvero la politica della rete. A Berlino, dove hanno ottenuto molti consensi, è stato annunciato tale programma: la concessione della cittadinanza ai migranti; bloccare la privatizzazione di servizi base come gas, elettricità e acqua; abbassare al 3 per cento la soglia di sbarramento per le elezioni regionali ed estendere il suffragio ai minorenni; far chiudere una centrale atomica all’anno. Inoltre per le elezioni del 2013 il partito ha chiesto una nuova posizione su droghe e dipendenze e un reddito minimo garantito. Il tutto con un’età media di 29 anni. In Germania è un’impresa difficile, ma possibile; in Italia sarebbe un’utopia. Sarà capace un partito “under 30” di assumersi le responsabilità di un governo nazionale? «Avanti Dilettanti!», ha scritto Der Spiegel.

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