Parigi. Strage alla redazione di Charlie Hebdo, giornalisti e poliziotti freddati da un attacco terroristico

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A Cagliari la giornata della memoria dei giornalisti uccisi

Sconvolgente attacco armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo. Una sventagliata di pallottole contro i giornalisti gridando «ALLAH AKBAR. ABBIAMO VENDICATO IL PROFETA. ABBIAMO UCCISO CHARLIE HEBDO, SIAMO DI AL QAIDA». Almeno 12 morti. Due dei quali poliziotti. Freddati per strada come mostrano video e foto. Tre uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella sede del giornale satirico francese, noto per le prese di posizione dissacranti e provocatorie sul terrorismo di matrice islamica, prima di aprire il fuoco con dei kalashnikov.

ATTACCO DURANTE RIUNIONE REDAZIONE – L’attacco alla sede di Charlie Hebdo è avvenuto durante la riunione di redazione del mattino, a cui erano presenti tutti i principali giornalisti e disegnatori del settimanale. Lo riferisce il sito di Le Parisien.

FUGA IN AUTO. AGENTI UCCISI PER STRADA – Quel che è successo sfiora l’inimmaginabile. L’attacco, le raffiche in redazione. Uccisioni, vere e proprie esecuzioni. La fuga, con gli agenti che cercavano di reagire travolti dai proiettili. E ammazzati mentre erano a terra. Posti di blocco in tutta Parigi. Un’ora prima dell’attacco i redattori della rivista avevano postato sull’account ufficiale una vignetta raffigurante al-Baghdadi, il capo dell’Isis. Queste le parole attribuite al terrorista: «Al dunque, i migliori auguri». Gli assalitori sono successivamente fuggiti a bordo di un’auto nera. Facendosi largo con altre raffiche di Ak 47. Scene riprese e fotografate da decine di testimoni con video e foto che stanno rimbalzato su tutti i siti. I terroristi pare conoscessero i nomi dei vignettisti. La disegnatrice Corinne Rey, detta Coco, sopravvissuta all’attentato, ha raccontato che i killer “parlavano un ottimo francese e sostenevano di essere di al Qaeda”. I killer sono usciti armati dalla redazione e c’e’ stato un primo confronto tra la loro Citroen C3 nera e un’auto della polizia in una stradina che e’ crivellata di colpi. A quel punto i terroristi si sono diretti verso il XIX arrondissement, dove hanno abbandonato la loro auto. Se ne sono perse le tracce e sono riapparsi poco piu’ tardi a Porte de Pantin, dove hanno continuato la fuga con un’altra auto. L’ultimo tweet del settimanale, diffuso poco prima della carneficina, irrideva al ‘califfo’, quell’Abu Bakr al-Baghdadi che si e’ impossessato di larghe porzioni di territorio in Iraq e Siria e contro il quale una coalizione internazionale ha imbastito, da mesi, una difficile campagna militare. Allerta massima in tutta la Francia: siamo a livello 3: quello che prevede l’ipotesi di altri attacchi. E che prevede allarmi estesi a Europa e Usa. Il presidente Hollande è sul posto. «È terrorismo, attacco contro la libertà». «Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti – ha detto ancora il presidente – mostrare che siamo un paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un paese di libertà».

IL GRIDO: «ALLAH U AKBAR» – Secondo alcune testimonianze, dopo l’attacco i due assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. I due durante l’attentato hanno gridato «Allah u Akbar», Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions.

«E’ UN VERO MASSACRO!». 12 MORTI – «È un vero massacro, ci sono dei morti!»: così in una drammatica telefonata uno dei dipendenti del giornale Charlie Hebdo che si trovava nella sede al sito di 20 Minutes ha testimoniato l’assalto al giornale prima che la linea cadesse.

I KILLER SONO DUE FRATELLI FRANCO-ALGERINI REDUCI DALLA SIRIA. IDENTIFICATI CON UN TERZO RICERCATO. – I due uomini che hanno sparato nei locali di Charlie Hebdo sono due fratelli franco-algerini, di 32 e 34 anni, tornati in Francia quest’estate dalla Siria. Lo rivela il sito di Le Point, citando fonti confidenziali. C’è inoltre un terzo ricercato, un giovane “senza fissa dimora”, che potrebbe averli aiutati. Uno dei due sospetti, dice sempre Le Point, era già stato processato nel 2008, nell’ambito di un’operazione contro una filiera jihadista irachena basata nel 19/o arrondissement di Parigi. I tre attentatori sono Said Kouachi, 34 anni, il fratello Cherif, 32, franco algerini ed Hamid Mourad, 19 anni. Lo rivela il sito del magazine israeliano JSS News, che pubblica anche le foto della carta di identità dei tre ricercati.

TRE ANNI FA ALTRO ATTENTATO – Nel novembre 2011 la sede del settimanale venne distrutta da una bomba molotov e dall’incendio generato dall’esplosione. La redazione aveva annunciato la nomina di Maometto come direttore del numero in uscita, che si sarebbe chiamato «Sharia Hebdo» in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge.

NEL 2006 VIGNETTE CONTRO MAOMETTO – Nel 2006 il settimanale Charlie Hebdo suscitò polemiche pubblicando una serie di caricature del profeta Maometto, diffuse inizialmente dal quotidiano danese Jyllands-Posten. E appunto: nel 2011 la sede del giornale venne colpita da alcune bombe molotov.

HOLLANDE: «SVENTATI DIVERSI ATTENTATI» – «Non c’è dubbio che si tratti di terrorismo. Diversi attentati sono stati sventati nelle scorse settimane», «siamo minacciati perché siamo un Paese di libertà». Così il presidente francese Francois Hollande, parlando con i giornalisti della carta stampata e delle televisioni a Parigi dopo essersi andato sul luogo dell’attentato. «Esprimo cordoglio per le vittime, sia giornalisti che poliziotti, al servizio della libertà della Francia», ha detto Hollande, che ha poi annunciato: «Alle 14 riunirò all’Eliseo tutti i ministri e responsabili della sicurezza».

CHARB, IL DIRETTORE, TRA I MORTI. Il direttore di Charlie Hebdo, Stephane Charbonnier, che firma Charb le sue vignette, è tra i morti con i vignettisti Cabu, Tignous e Wolinski. Nell’attacco è stato ucciso anche Georges Wolinski, 80 anni. Conosciuto anche in Italia, dove i suoi fumetti apparivano su Linus, era l’autore di Paulette. Wolinski era nato a Tunisi da una madre franco-italiana e un padre ebreo polacco. Arrivato in Francia all’età di 13 anni, era uno dei collaboratori storici di Hara-Kiri, ‘antenato’ di Charlie Hebdo. Decorato con la Legion d’onore nel 2005, era uno dei più conosciuti disegnatori satirici francesi i cui personaggi stralunati e irriverenti sono comparsi anche in molte pubblicità. Era anche sceneggiatore di fumetti disegnati da altri, come Paulette di Georges Pichard.

CREATA UNA PAGINA FACEBOOK DI SOSTEGNO A CHARLIE HEBDO – Dopo l’assalto alla sede del settimanale, che ha fatto 12 morti e 8 feriti. Una pagina Facebook di sostegno a Charlie Hebdo è stata creata poche ore dopo la strage compiuta nella sede del settimanale satirico a Parigi. Il bilancio delle vittime è di 12 morti e otto feriti; 10 delle persone decedute sono giornalisti, tra cui tutti i quattro vignettisti: Cabu, Charb, Tignous e Wolinski. Sono oltre 12.000 i contatti registrati finora dalla pagina Facebook.

FRANCO SIDDI (FNSI): “ORRORE E PROFONDA INDIGNAZIONE”. – “Orrore e profonda indignazione per il vile e feroce assalto a colpi di kalashnikov alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi ad opera di terroristi”. Lo dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi. “Un attentato alla libertà di informazione – prosegue – che, ad ora, è costato la vita a dodici persone e a non meno di venti feriti. Un vero abominio che la Fnsi condanna durissimamente e che, assieme alla Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) saprà essere vicina ai colleghi del settimanale così orrendamente colpiti e a tutti i giornalisti di Francia”.

CHARLIE HEBDO, I PRECEDENTI ATTACCHI CONTRO IL SETTIMANALE – – Irriverente e “irresponsabile” (per sua scelta e ammissione), il settimanale Charlie Hebdo, colpito il 7 gennaio da un tragico attentato terroristico, è stato a lungo oggetto di minacce e azioni intimidatoie. Questa una lista dei precedenti.

MINACCE NEL 2006. – In copertina Charlie pubblica una caricatura di Maometto con un turbante a forma di bomba in testa e la vignetta che recita:” è dura essere amati da dei coglioni…”. Varie realtà, tra cui la Gran Moschea di Parigi denunciano alla magistratura il giornale. Ma soprattutto in redazione arrivano varie, gravi minacce. La polizia inizia a proteggere la sede del giornale e alcuni giornalisti.

2011, ATTACCO CON BOMBE INCENDIARIE. – La notte del 2 novembre la sede di Charlie Hebdo va a fuoco dopo essere stata fatta bersaglio del lancio di bombe molotov. L’incendio finisce per devastare i locali del giornale ma non vi sono feriti. L’attacco dopo la pubblicazione di un numero speciale del giornale dopo le elezioni degli islamisti in Tunisia. Ribattezzato per l’occasione Sharia Hebdo, il settimanale risultata firmato come direttore dal profeta Maometto.

PIRATAGGIO DEL SITO WEB NEL 2011. – Sempre nel novembre 2011 il sito del settimanale è vittima di due attacchi hacker. Al posto dell’Home Page apparivano una foto della Mecca e dei versi del corano. L’attacco veniva rivendicato da un gruppo di pirati informatici turchi, l’Akincilar.

NEL 2012 LA PUBBLICAZIONE DELLE VIGNETTE SU MAOMETTO. – Il settimanale satirico francese Charlie Hebdo, oggetto oggi di un attacco terroristico, pubblicò nel settembre 2012 le controverse e famigerate vignette satiriche sul profeta Maometto che scatenarono rabbiose reazioni in molte parti del mondo. I disegni mostravano Maometto in posizioni osé e in quei giorni, in piena ondata di violenze contro gli Usa per un film anti-Islam considerato oltraggioso, la pubblicazione di queste vignette suscitò apprensione in Francia. In precedenza, il 2 novembre del 2012, la redazione di Charlie Hebdo erastata data alle fiamme dopo che il giornale aveva annunciato l’uscita di un numero speciale dedicato alle elezioni in Tunisia e alla vittoria degli islamisti, con una caricatura di Maometto in prima pagina, che prometteva “100 colpi di frusta se non morirete dal ridere!”.

CHARB IN UNA VIGNETTA ‘PREVIDE’ L’ATTENTATO. IN SUO DISEGNO TALEBANO AVVERTE, “ASPETTATE, C’È TUTTO GENNAIO” – Appare quanto mai amara oggi, e quasi profetica, la vignetta di Charb – il direttore di Charlie Hebdo ucciso nell’attacco di stamani alla sede del giornale – pubblicata nei giorni scorsi.”Ancora nessun attentato in Francia”, si legge sul disegno, mentre un talebano armato risponde: “Aspettate. Abbiamo tempo fino a fine gennaio per farci gli auguri”.

ROMANZO AL CENTRO DI POLEMICHE SU PRESIDENTE ISLAMICO IN FRANCIA – Sulla copertina di Charlie Hebdo, il giornale colpito oggi da un attacco terroristico a Parigi, campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico.

GOVERNO CERCA TESTIMONI. «Chi sa o ha visto qualcosa deve chiamare numero verde». – Appello a testimoniare lanciato dal ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, nella caccia all’uomo dopo il sanguinoso attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Il governo chiede che chiunque sappia o abbia visto qualcosa telefoni a un numero verde, da diversi minuti diffuso su tutte le reti tv e le radio.

FNSI/DOMANI FIACCOLATA IN PIAZZA FARNESE A ROMA CONTRO L’ATTENTATO AI GIORNALISTI FRANCESI. – Fiaccolata di solidarietà contro “il vile atto terroristico nei confronti dei colleghi francesi di Charlie Hebdo e dei poliziotti massacrati” domani pomeriggio a Roma. A lanciare l’iniziativa la Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) con Articolo 21 e altre sigle che si stanno aggiungendo. L’appuntamento alle 18 nei pressi dell’Ambasciata di Francia, angolo via dei Baullari. (www.corriere.it, ANSA, ASKANEWS, AGI, ADNKRONOS).

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