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PARABOLA ROSSA ALLA RISCOSSA (IL GIORNALE)

I fatti li conoscete. In Italia l’Iva e al 20%, ma per alcuni beni esistono agevolazioni. Nel ’95 si era deciso di estendere le agevolazioni anche alla Tv satellitare: da allora chi compra un abbonamento Sky paga l’Iva al 10%. Con il pacchetto anti-crisi dell’altro giorno l’Iva per le tv satellitari è stata riportata al 20%. E la prima osservazione che verrebbe è: era ora. Non si capisce infatti per quale motivo, in un momento in cui si tira la cinghia, le poche agevolazioni possibili si disperdano su tieni non di prima necessità.
Eppure è scoppiata la polemica. Sky ha protestato. E la sinistra ne ha approfittato per ritirare fuori la polemica sul conflitto d’interesse, dimenticando, fra l’altro che anche Mediaset viene punita da questa norma per quel che riguarda la tv a pagamento, il business su cui ha più investito negli ultimi anni. Ma, soprattutto, dimenticando che opporsi all’innalzamento dell’lva sulle pay tv significa di fatto difendere gli interessi dei ricchi contro quelli dei deboli.
Quest’estate, quando fu abrogata l’ici per lutti gli italiani, la sinistra insorse dicendo che bisognava ridurla solo ai poveri. Adesso cosa è successo? Perché quei ricchi, che non avevano bisogno dell’aiuto sulla casa, di un bene di prima necessità, ora ce l’hanno, invece, per l’abbonamento Sky, che al contrario è un bene tipicamente voluttuario? Sia chiaro: sono abbonato a Sky. guardo film e calcio, i miei figli sono fan di Disneychannel. Faccio parte dunque di quei 4 milioni di italiani che subiranno l’aggravio: 50 euro l’anno, poco più di 4 euro al mese. Ma penso che se una persona può spendere 500 euro l’anno per guardarsi film sdraiato in poltrona e diretta gol, può anche sopportare, di sborsare un euro in più a settimana. (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)

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