Pacco bomba a “La Stampa”. Gli artificieri: “Poteva esplodere”

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Giornalisti ancora nel mirino. Un pacco bomba è stato recapitato per posta, questa mattina, nella sede del quotidiano “La Stampa”, in via Lugaro a Torino. Si tratta di una busta di carta (formato A4), aperta da un dipendente, con all’interno la custodia di un cd, da cui è stato subito notato un meccanismo collegato a una sostanza esplosiva (circa 50 grammi di polvere da cava). L’edificio è stato immediatamente evacuato mentre sul posto si sono recati gli artificieri dei carabinieri e la Digos.

Gli specialisti hanno effettuato accertamenti sul cd e sulle modalità di recapito del “plico” negli uffici del quotidiano diretto da Mario Calabresi. La busta, secondo quanto riferito dagli investigatori, era tecnicamente in grado di esplodere. L’ordigno era “artigianale ma di buon confezionamento”. Insomma: avrebbe potuto provocare danni seri a chi avesse aperto il contenitore.

Inoltre, il pacco è risultato negativo al controllo del metal-detector in quanto la custodia del cd era ricoperta di tessuto: circostanza, questa, che ha impedito che venisse intercettato dal sistema di rilevazione. E’ probabile che l’innesco non abbia funzionato probabilmente per un difetto nella realizzazione.
“Sono spaventato, mi è andata bene” ha detto il dipendente de La Stampa, addetto all’ufficio smistamento della corrispondenza, che ha aperto il pacco. “Mi sono insospettito – ha continuato – perché la busta aveva francobolli non timbrati. Quando l’ho toccata ho avuto qualche sospetto che potesse essere qualcosa di pericoloso e quando ho visto il contenitore porta-cd mi sono fermato e ho chiamato subito la sicurezza”.
A quanto si è appreso sulla busta non c’erano mittente né rivendicazioni. Nessuna pista, pertanto, è esclusa dagli investigatori ma tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, così come riferisce il sito del quotidiano, la più attendibile al momento sembra quella legata agli anarchici della Fai- Federazione anarchica informale che, da qualche anno a questa parte, utilizza la tecnica delle buste esplosive, destinate a uffici pubblici e istituzioni.

La sede del quotidiano è stata visitata anche dal Questore del capoluogo piemontese, Antonino Cufalo mentre il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, informato del fatto, sta seguendo con attenzione l’evolversi dell’indagine.
“Un atto gravissimo e intollerabile” lo ha bollato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, esprimendo la sua solidarietà ai giornalisti del foglio torinese. E “piena solidarietà a dipendenti e giornalisti de La Stampa” è stata manifestata anche da Alessandro Benvenuto, segretario provinciale della Lega Nord torinese. “Il diritto all’informazione – ha detto Benvenuto – è alla base di ogni società civile e questi atti, che richiamano alla memoria il terrorismo e che la Lega Nord condanna fermamente, non devono restare impuniti”.
“Desidero esprimere solidarietà mia personale e di tutto il Consiglio regionale ai responsabili, ai giornalisti e ai dipendenti del quotidiano torinese” ha affermato, dal canto suo, anche il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Valerio Cattaneo. “Alla solidarietà – ha proseguito – si aggiunge però lo sdegno per questo gesto vile e miserabile che, a quanto pare, solo per una serie di fortunate coincidenze non ha provocato vittime e danni”.

La Giunta esecutiva della Fnsi e l’Associazione Stampa Subalpina, riunita oggi pomeriggio a Roma, con la Consulta delle Associazioni regionali di Stampa, ha espresso immediata e piena solidarietà “ai colleghi e a tutti gli operatori del giornale”. Nello stesso tempo, “la Giunta Fnsi e le Associazioni regionali di Stampa hanno ribadito le posizioni ferme del Sindacato di categoria dei giornalisti contro ogni forma di minaccia, intimidazione e violenza verso i media e i giornalisti. Il pacco esplosivo recapitato alla Stampa è un brutto segnale, violento e ostile, contro un quotidiano libero e contro i suoi giornalisti, su cui le autorità competenti certamente non potranno far mancare un’attenta e puntigliosa attività investigativa, per scoprire i responsabili e scoraggiare fenomeni imitativi”. “L’informazione non è, in democrazia, un male da abbattere ma un bene da tutelare con ogni mezzo. Chi la assume come nemico deve sapere che potrà ferire i processi informativi ma mai potrà troncarli o impedirli. Gli interessi oscuri che il pacco bomba nasconde siano, perciò, svelati al più presto e sconfitti come meritano di essere”.

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