L’ospite di Realiti su RaiDue profferisce parole durissime contro la memoria dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, esplode la polemica.
Protagonisti due cantanti neomelodici siciliani, il 19enne Zappalà che in una lezioncina spicciola di pseudofilosofia da bar ha spiegato che la morte dei due magistrati risiede nella loro stessa ragione di vita ed è stata determinata dalle loro scelte: “Come ti piace il dolce, devi farti piacere l’amaro”, ha spiegato l’Aristotele dei poverelli.
Quindi il contributo sulle gesta di Niko Pandetta, già detenuto e “cantore” della libertà dei detenuti che ha raccontato di essersi finanziato il primo cd con una rapina.
Contenuti che non sono piaciuti a nessuno. E tutti sono insorti. Dalla Fnsi fino ad Articolo 21. “Vedere insultare in un programma Rai Falcone e Borsellino o sentire inneggiare ai clan che vorrebbero realizzare attentati mi lascia esterrefatto», denuncia Borrometi. “C’è chi è morto per la Giustizia, c’è chi dovrebbe saltare in aria secondo i piani dei clan. E la Rai cosa fa? Fa parlare chi inneggia ai boss? Spero in una presa di posizione durissima dei vertici Rai. Questo non è servizio pubblico”.
Gli fa eco Fnsi e Usigari: “Il Contratto di servizio obbliga la Rai al rispetto della Costituzione che è ancora rigorosamente antifascista, antirazzista e antimafia. Siamo certi che il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra vorrà illuminare l’intera vicenda e che l’amministratore delegato Salini troverà modi e forme per ripristinare, sempre e comunque, il rispetto del Contratto di servizio, anche nei confronti di chi ritiene che la missione della propria rete o testata sia quella di ‘servire’ il governo di turno”.
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