Editoria

Ok dal Senato al decreto intelligenza artificiale, Fnsi: “Tutelare i giornalisti”

Via libera al decreto sull’intelligenza artificiale, arriva il plauso della Fnsi: “Bene la tutela di giornalisti e diritto d’autore”. Il Senato, l’altra sera, ha approvato il decreto delega sull’intelligenza artificiale e i diversi punti affrontati nella legge hanno nella normativa che mira a regolamentare l’Ia ci sono anche, ovviamente, gli aspetti che impatto in prima battuta sull’editoria e sull’informazione. Non si tratta di temi banali, tutt’altro. Abbiamo imparato, nel corso degli anni, che lasciare il “far west” digitale rappresenta un ostacolo a uno sviluppo virtuoso del comparto (oggi, difatti, dominato da pochissime aziende che macinano miliardi a discapito di ognuno) e che, soprattutto, si rischia di non tutelare i principi costituzionali di una democrazia liberale come è quella italiana. A iniziare, proprio, dal valore del pluralismo delle idee e dei territori. Valori, questi, che vengono resi concreti ogni giorno dal lavoro di tanti giornali e di tantissimi giornalisti.

La Fnsi, a proposito del decreto sull’intelligenza artificiale, ha affermato: “Certamente uno degli aspetti più interessanti della legge italiana sull’intelligenza artificiale è costituita dagli argini posti a tutela del diritto d’autore e dei giornalisti che producono contenuti originali e di qualità. Per la Fnsi, l’Ia non può sostituire i giornalisti in carne ed ossa. Ora servono regole, anche all’interno del mondo dell’informazione, non solo per un uso etico dell’intelligenza artificiale, ma anche per aiutare i giornalisti a far valere i propri diritti nei confronti di piattaforme che hanno la potenza di Stati sovrani”. Insomma, la questione c’è a va fatta contare. Perché l’intelligenza artificiale va bene ma non può sostituirsi al lavoro, alla mente e nemmeno al cuore dell’uomo.

Luca Esposito

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