NIETO PRESIDENTE DEL MESSICO. MA RIMANE UN DUBBIO: SCELTA CONSAPEVOLE O “IPNOSI” TELEVISIVA?

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I numeri sono chiari. Ma non cessano le polemiche. Obrador: «Elezione sporca». Gli oppositori: «Ề stato imposto da Televisa».
I conti sono tornati, leggermente diversi, ma non abbastanza per ribaltare il risultato. Enrique Peña Nieto sarà il nuovo presidente del Messico. L’Ife (Istituto federale elettorale) ha fatto sapere che il risultato iniziale è sostanzialmente confermato: 38,21% voti per Nieto contro il 31,59% di Obrador.
Ora è necessaria una conferma della Corte federale che avverrà a settembre. Ma si dovrebbe trattare di una formalità. La vittoria di Peña Nieto è stata riconosciuta dal presidente uscente, Felipe Calderon, che ha offerto collaborazione per il periodo di transizione, che durerà fino a dicembre.
Non ci sta lo sconfitto di sinistra Andrés Manuel López Obrador. Quest’ultimo ha dichiarato che presenterà le prove degli brogli. «Ha comprato un enorme numero di suffragi. È una vergogna nazionale», ha affermato Obrador. Bisogna precisare che Obrador contestò anche i risultati di 6 anni fa quando fu sconfitto per meno di un punto percentuale dal presidente uscente Calderon.
Ma il rivale delle sinistra non è l’unico a non digerire l’elezione di Nieto.
Per gli oppositori il neo presidente è «un ignorante, un puro prodotto mediatico».Ma facciamo un passo indietro per capire meglio la genesi della vicenda.
Nieto è il candidato del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri). Tale fazione è stata al potere per oltre 70 anni: dal 1929 al 2000. Poi, dopo una parentesi di opposizione del Partito Azione Nazionale, ecco che torna in auge con Nieto. C’è chi l’ha definita una “dittatura perfetta”.
Cerchiamo di capire chi è Nieto. Classe 1966, avvocato e “donnaiolo”. La sua carriera è stata rapida: da segretario allo Sviluppo Economico a segretario amministrativo dello Stato di México, il più popoloso del Paese. Nel 2003 era deputato del Pri e nel 2005 diventa governatore dello Stato di México.
Nieto ha puntato molto sull’immagine mediatica. Soprannominato il “Luis Miguel della politica” per i suoi modi da pop star: uscite pubbliche caratterizzate da abbracci delle donne, autografi e fotografie.
Non c’è dubbio che si tratta di un uomo molto forte mediaticamente.
E proprio sull’aiuto dato da Televisa, il principale gruppo editoriale e televisivo del Paese (paragonabile a Rai e Mediaset messe in insieme in Italia), che i suo detrattori basano le critiche.
In effetti Nieto ha investito parecchio per ottenere una campagna mediatica favorevole. Secondo Il Guardian, che ha visionato documenti riservati, Nieto avrebbe speso ben 36 milioni di dollari per far confezionare articoli, interviste e servizi accondiscendenti, nonché per screditare il rivale delle sinistra Andrés Manuel López Obrador.
Inoltre è proprio in tv che il neo eletto ha firmato un contratto con i messicani, con tanto di notaio, solenni promesse e slogan rassicurante: «Tu mi conosci, e sai cosa riuscirò a fare».
Per gli oppositori si tratta di un «dongiovanni da telenovela imposto dalla potente Televisa». Tuttavia il fatto che sia un donnaiolo e che sia stato appoggiato da Televisa è un “quasi” un dato di fatto. È lo stesso Niéto che ha ammesso di essere un donnaiolo. Dopo essere rimasto vedovo si è risposato con una attrice di soap opera. E 2 dei suoi 5 figli li ha avuti da amanti. Tuttavia Nièto pare godere anche dell’appoggio dei cattolici dell’Opus Dei.
Inoltre tra le accuse c’è anche quella del coinvolgimento in trame di corruzione e malaffare.
Addirittura pare che nel 2006, per dare spazio ai cantieri di un nuovo aeroporto, abbia avallato (nel senso che non si è espressamente opposto) gli scontri e le violenze del 2006. Ci furono due morti, oltre 100 feriti, torture, arresti arbitrari e lo stupro di 26 donne. Si tratta di un peccato imperdonabile per i detrattori.
Tra gli oppositori più accaniti ci sono gli “indignati” del movimento Yo soy 132: un gruppo studentesco che si batte contro la corruzione e la manipolazione dell’informazione. Tale gruppo si è formato proprio durante la campagna di Nieto.
Ma ci sono anche i sostenitori. Per questi Nieto è l’immagine del cambiamento. I messicani vivono un periodo difficile e sperano che il neo presidente sia foriero di un futuro migliore. Oggi il 42% dei messicani è povero. La ricchezza è concentrata nelle mani del 10% degli abitanti. La crescita economica è scarsa. E poi c’è la sanguinosa guerra con i cartelli della droga: 55 mila morti in 6 anni.
In effetti nei momenti di crisi non sempre si fanno le scelte migliori.

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