Categories: Giurisprudenza

MONTI IN TV A SPIEGARE LA MANOVRA. ADUC: «PERCHÉ PORTA A PORTA?» SPETTACOLARIZZAZIONE NON È INFORMAZIONE

Martedì prossimo il presidente del Consiglio, Mario Monti, sarà ospite di ”Porta a Porta”, per illustrare le misure anti-crisi che il Consiglio dei ministri avrà varato lunedì. Al talk-show di Bruno Vespa, insieme al capo del governo, parteciperanno anche i ministri dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e del Welfare, Elsa Fornero. Monti parteciperà per la prima volta, in veste da premier, ad un programma televisivo.
«Uno degli aspetti più fastidiosi delle passate legislature – dichiara l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, in una nota – era l’informazione delegata non a spazi istituzionali sugli organi d’informazione dello Stato, ma a trasmissioni di intrattenimento. E poi, perché Porta a porta e non Ballarò o il tg di Mentana su La7 o Deejay-tv, o Tgcom…’? In un situazione di libero mercato dell’emissione radiotelevisiva, perché il capo del governo deve privilegiare un’emittente rispetto ad un’altra’? Ve l’immaginate il presidente Usa, Obama, che spiega le misure del proprio governo sulla Cbs o su Fox? Prendiamo atto che anche in questo governo, la tentazione spettacolo sembra prendere il sopravvento su quella della comunicazione e dell’informazione. Sinceramente non ce l’aspettavamo».
«Sono ormai giorni che la Lega Nord chiede al presidente Mario Monti di intervenire in Parlamento per illustrare le decisioni che varerà il governo in materia economica. Oggi scopriamo che né il premier né due importanti ministri del suo governo come Corrado Passera ed Elsa Fornero trovano il tempo di venire in Aula, ma che andranno tutti insieme in televisione a spiegare la manovra economica nel salotto di Porta a Porta». Lo dichiara il capogruppo della Lega Nord in commissione Finanze alla Camera, Maurizio Fugatti. «Dopo aver invitato gli eletti dal popolo ‘a non imbrattare’ l’ottimo lavoro dei tecnici, ora il presidente del Consiglio fa un altro sgarbo alla democrazia anteponendo la sua presenza televisiva al dovere istituzionale di riferire in Parlamento», conclude Fugatti. (Asca)

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