Dopo i casi Saviano e Mancuso una nuova polemica si apre su Mondadori che avrebbe ingaggiato come consulente l’ex ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Un nome che ha suscitato “l’inquietudine” di un gruppo di intellettuali italiani che ha deciso di protestare per la “deriva” presa dalla casa editrice guidata da Marina Berlusconi, che ha di recente rimosso uno degli editor storici del gruppo: Andrea Cane. «Non vogliamo dare valutazioni sulla persona», scrivono tra gli altri Corrado Augias, Carlo Fruttero, Vittorio Zucconi, Tiziano Sclavi, Pietro Citati e Pasquale Chessa, ma «non vorremmo leggere nella combinazione di questi eventi una deriva che non sarebbe all’altezza» di Mondadori.
La lettera, indirizzata a Repubblica e pubblicata dal quotidiano stesso, è l’ultimo capitolo di una polemica iniziata oramai da molti mesi e dovuta, secondo le voci dell’accusa, a una commistione eccessiva tra il gruppo editoriale e la politica nazionale. A dimostrazione della tesi vengono portati tra l’altro i libri di esponenti illustri del centro destra che entreranno presto nel catalogo Mondadori: dall’ultimo volume di Angelino Alfano sulla mafia a quello del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Mondadori è entrata in conflitto nei mesi scorsi anche con Roberto Saviano, che ha poi trovato un accordo con Feltrinelli.
Tra i primi a parlare di conflitto “etico” per chi pubblica con la casa editrice del premier era stato il teologo Vito Mancuso, che ha poi lasciato il gruppo editoriale. «Apprendiamo con molto dispiacere e sconcerto della brusca estromissione di Andrea Cane dalla casa editrice», scrivono gli autori nel loro appello, ricordando l’importanza di Cane nello sviluppo dell’editoria italiana degli ultimi 25 anni. «Stupore che si tinge di profonda inquietudine alla notizia che la casa editrice avrebbe di recente arruolato come consulente per la saggistica Sandro Bondi». L’ex ministro d’altronde è da tempo vicino al gruppo di Segrate con cui ha pubblicato negli ultimi almeno cinque libri. (TMNews)
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