MILLEPROROGHE, INTERVENTO DEL SENATORE VITA DURANTE LA DISCUSSIONE IN ASSEMBLEA

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Nella discussione ripresa alle ore 10,49 del disegno di legge n. 1305
è stato confermato che alle 12,30 inizierà la votazione sulla questione di fiducia posta dal governo. Riportiamo l’intervento del senatore Vita (PD) in materia di editoria.

“Signor Presidente, (…) svolgo questo intervento condizionato dalla mannaia del voto di fiducia perché l’articolo 41-bis sull’editoria effettivamente tiene conto, anche se solo parzialmente, di un dibattito che ormai, da mesi, viene svolto anche nelle nostre Aule. Tale dibattito ha avuto una precipitazione obbligata e terribile dopo il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (il cosiddetto decreto Tremonti), che ha tagliato nettamente tutte le voci che hanno a che fare con la conoscenza ed i saperi, dalla scuola all’università, dai beni culturali al fondo per lo spettacolo e certamente fino al fondo per l’editoria. Si è trattato di un taglio rudimentale, se si pensa che soltanto 305 milioni di euro sono appannaggio di quelli che definiamo contributi indiretti, cioè le tariffe postali agevolate, che per lo più vanno ai grandi gruppi editoriali quotati in borsa: spiccano tra essi la Mondadori (che, tra l’altro, attiene alla macrostruttura aziendaledel Presidente del Consiglio) e poi “Il Sole 24 ore”, RCS e “la Repubblica”. Il taglio del 32,5 per cento ha sostanzialmente vanificato quella parte del fondo dedicato ai contributi definiti, per comodità, diretti, cioè alle testate cooperative – almeno 27 – e a tanti giornali, ivi compresi quelli di partito, che insieme a tanti altri fogli, che qui non sto a citare perché c’è già stata occasione di farlo, compongono un mosaico di circa un centinaio di soggetti editoriali che corrono seriamente il rischio, non ipotetico ma purtroppo molto reale, di vedersi tagliare la propria futura esistenza.
Se fosse stato possibile emendare l’articolo 41-bis o discuterne con grande pacatezza, avremmo sottolineato che, ad esempio, al comma 3, l’1-bis rappresenta un passo in avanti laddove dà una priorità al dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio, privilegiando i contributi diretti su quelli indiretti. Avremmo voluto aggiungere che tutto ciò ha un senso se è più certa la data di entrata in vigore del regolamento sull’editoria previsto dal citato decreto-legge n. 112, in discussione nelle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, da cui dipende – lo affermo per semplificare – l’erogazione effettiva dei contributi con i criteri della medesima erogazione. Abbiamo chiesto e forse ottenuto (manca un punto di specificazione, ma ci auguriamo possa chiarirlo un ordine del giorno che abbiamo immaginato unitario) che esso entri in vigore il 1° gennaio 2010, onde evitare che il 2009 rimanga scoperto. Questo parziale miglioramento ci dà la speranza che qualcosa sia cambiato, ma non la certezza perché l’effettiva congruenza di quel fondo va chiarita in modo esplicito e non informale in questa stessa Aula, augurabilmente in sede di riepilogo del dibattito da parte del Governo; non basta, pertanto, un generico assenso perché qui viene messa in discussione la vita di tante testate.
Signora Presidente, concludo il mio intervento con una richiesta precisa, che so essere anche quella di colleghi della maggioranza: il Governo deve chiarire precisamente come va interpretato questo comma dell’articolo 41-bis”.

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