Non c’è democrazia senza “la possibilità di accedere a un’informazione libera e non condizionata”: lo ha scritto la premier Giorgia Meloni in un messaggio inviato per festeggiare i cinque anni del giornale Domani. La presidente del consiglio ha spiegato nella sua missiva di ritenere il pluralismo centrale nell’agone e nella stessa vita democratica del Paese e ha delineato alcune “linee guida” che delineano l’approccio della premier su una delle questioni centrali per il futuro dell’Italia.
“Sono profondamente convinta che non possa esserci una vera democrazia in un contesto nel quale i cittadini non hanno la possibilità di accedere ad un’informazione libera e non condizionata. Il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e da chi farsi governare diventa ben poca cosa se la scelta compiuta non si basa su criteri di verità e consapevolezza”, ha spiegato Meloni. Che ha aggiunto: “La libertà di stampa è, quindi, un presupposto imprescindibile per qualsiasi sistema che voglia definirsi genuinamente democratico. È un bene prezioso, che siamo tutti chiamati a proteggere e tutelare”. Un cambio di passo che, nonostante tutto, c’è almeno rispetto a quanto si leggeva in giro solo pochi anni fa. “Come sta facendo anche questo Governo, con il sostegno all’editoria, la disponibilità ad attuare l’equo compenso per i giornalisti, l’impegno per garantire agli operatori dell’informazione inviati all’estero, in particolare nelle aree sensibili e ad alta intensità bellica, di svolgere il loro lavoro nelle migliori condizioni di sicurezza”, ha aggiunto la premier.
Che ha preso il destro per lanciare qualche critica: “Affinché l’informazione svolga pienamente il suo compito, oltre che libera, deve riuscire ad essere credibile e autorevole. Perché non c’è grande differenza tra il non poter raccontare i fatti e il non essere ascoltati, o creduti, quando si è nella condizione di poterlo fare. Per questo, considero anche che l’autorevolezza della stampa sia elemento sostanziale della libertà di informazione”. E dunque Meloni ha spiegato di ritenere pienamente soddisfatta l’idea di libertà quando “una informazione autorevole e credibile” si presenta “immune dall’accusa di essere condizionata dagli interessi dei gruppi consolidati di potere che detengono la proprietà dei media. In secondo luogo, dovrebbe riuscire a distinguere il compito di informare da quello di svolgere attività di propaganda politica, o di character assassination, in base alle proprie simpatie politiche o a quelle dei propri editori. In terzo luogo, non dovrebbe svilire la deontologia con la rivendicazione a poter diffondere liberamente notizie false, e prive di ogni riscontro, per colpire i nemici di turno, pretendendo anche una speciale immunità nel farlo”.
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