MATRIMONIO SKY-RAI SEMPRE PIU’ LONTANO

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Nel primo colloquio tra il direttore generale della Rai, Mauro Masi e l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge il capitolo soldi è stato “appena sfiorato” e ancora restano ombre su quanto deciderà la Rai riguardo all’opportunità di rinnovare il contratto con Sky, in scadenza a fine luglio. La scelta non è facile e la situazione ha mille sfaccettature, alcune delle quali ancora imprevedibili. La scelta è resa difficile dal fatto che il digitale terrestre è appena all’inizio e il mercato non si è ancora consolidato.
In un dossier pubblicato nell’inserto economico de ‘Il Corriere della Sera’, Edoardo Segantini spiega, dati alla mano, come “Rinunciando a un super-veicolo come Sky, Viale Mazzini farebbe una scelta unica tra i servizi pubblici, che al contrario stanno cercando di utilizzare tutti i canali per raggiungere il pubblico là dove sta”. Insomma, se la Rai rompe il contratto con Sky rinuncia ad una parte del pubblico per ragioni incomprensibili, certo non aziendali.
Ma la situazione si capovolge secondo quanto riportato nel documento riservato, discusso dal Cda della Rai, dove si spiega che, mantenendo il matrimonio con Sky, la Rai perderebbe oltre 500 milioni di euro nei prossimi tre anni.
Per capire il problema e cercare una soluzione glia addetti ai lavori non possono che rifarsi alla Sardegna, unica regione ad essere già passata al digitale terrestre. Qui, a seguito dello switch-off, gli abbonati all’emittente di Murdoch sono passati da 98 mila a 160 mila, un incremento del 60%. Di questo passo, regione dopo regione, secondo il documento riservato, Sky raggiungerebbe dai 7 ai 9 milioni di abbonati entro soli 3 anni, raddoppiando così gli ascolti, passando dall’8-9% attuale di share al 15-16%. Considerando che ogni punto in più di share è stimato con un valore di 30 milioni, ecco che i 7 punti in più di share farebbero guadagnare a Sky 210 milioni l’anno, 630 in tre anni. Ovviamente il guadagno di Sky toglierebbe introiti pubblicita-ri agli altri concorrenti, Rai in testa. Da qui l’allarme rosso a viale Mazzini. Ma non bisogna dimenticare quel 3% circa di share che arriva alla Rai dalla piattaforma Sky. Un 3% che non rappresenta una soglia irrecuperabile con il digitale.

In elemento da considerare è che, in questi ultimi 5 anni, Sky-Italia ha avuto una straordinaria capacità di espansione (racchiusa nelle cifre di bilancio), è riuscita a rinnovarsi nei programmi e nei contenuti, cosa che è mancata alla tv analogica. Inoltre, con il digitale terrestre molti sceglieranno Sky: chi per risolvere i possibili problemi tecnici, chi attratto dalle condizioni vantaggiose offerte.
Forse il dilemma del Cda della Rai sta proprio qui: approfittare dell’espansione e delle potenzialità di Sky rinnovando il contratto o cercare di contrastare questo potere che rischia di succhiare tutte le risorse pubblicitarie, investendo in Tivù sat, la piattaforma satellitare realizzata con Mediaset per coprire anche le zone non raggiunte dal digitale terrestre? L’emittente di Murdoch ha offerto 50 milioni l’anno alla Rai per il suo pacchetto di canali, ma a viale Mazzini hanno calcolato che questa cifra la si può recuperare con l’’1,7% di share ottenuto con i nuovi canali presenti sul digitale. Ecco perché, per aprire una vera trattativa, Sky sarà costretta ad alzare l’offerta. Tra l’altro alla Rai, i 7 anni di contratto sembrano troppi e ne propone 3. E come darle torto? 7 anni sono un’eternità durante la quale chissà quanti altri sconvolgimenti possono avvenire nel mondo dei media.
Fabiana Cammarano

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