Arriva la manovra anche per l’editoria e, come per quasi tutto il resto dell’Italia, sarà un provvedimento lacrime e sangue con alcune testate storiche che rischiano a breve la chiusura. Ai fondi mancanti sulle esigenze del settore per il 2011 (si partiva da una richiesta di risorse per 300 milioni di euro ma a oggi mancano all’appello ancora una novantina di milioni), ora c’è il rischio che il 2012 sia un anno di vacche ancora più magre. Secondo le ultime simulazioni sulla base delle esigenze di cassa del ministero dell’Economia, il sottosegretario all’Editoria, Carlo Malinconico, ha sul tavolo alcune cifre da brivido che sono arrivate a conoscenza anche dei vertici dei principali quotidiani, di partito e non. Per il 2012, infatti, le previsioni indicano l’esigenza di recuperare fondi pari a 200 milioni di euro ma al momento le effettive disponibilità sarebbero ferme a soli 70 milioni. E se si aggiunge che dal 2013 il sistema dovrà fare a meno dei contributi diretti, come espressamente previsto dalla manovra salva-Italia del governo Monti, lo scenario per un settore cruciale come quello editoriale è nefasto. Tra le ipotesi su cui si sta lavorando per tamponare la falla, ci sono, oltre all’una tantum fiscale ancora da decifrare, anche un possibile innalzamento dell’Iva sugli allegati non editoriali di quotidiani, settimanali e mensili: oggi questi prodotti sono assoggettati a un’aliquota agevolata del 4% e il governo sta pensando di portarla al 21%. Proprio per trovare risorse a favore dei giornali più piccoli che uscirebbero falcidiati dalle misure taglia-fondi all’editoria. Ma queste sono ancora solo ipotesi e la situazione è in continua evoluzione e non sono quindi esclusi colpi di scena.
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