La manovra cosiddetta salva-Italia si appresta a ricevere il via libero definitivo al Senato dove sarà approvata, probabilmente, senza modifiche rispetto alla versione licenziata dalla Camera. Durante la discussione del testo presso le Commissioni Bilancio e Finanze sono stati respinti tutti gli emendamenti volti ad incrementare il fondo a sostegno dei giornali. Risorse progressivamente erose fino all’ultima finanziaria del governo Berlusconi che le aveva tagliate da 170 milioni di euro a 45 per il 2012.
Ma con la manovra Monti ci si è spinti oltre. L’articolo 29 (Acquisizione di beni e servizi attraverso il ricorso alla centrale di committenza nazionale e interventi per l’editoria), al comma 3, prevede «la cessazione del sistema di contribuzione diretta per l’editoria di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250». «La cessazione opera alla data del 31 dicembre 2014, con riferimento alla gestione 2013». Dunque, niente più contributi a partire dal 2013. Una vera e propria pietra tombale sull’editoria.
Ma proprio mentre il testo riceveva il via libera delle Commissioni, nella seduta notturna, è stato approvato un emendamento proposto dai Relatori che recita: «All’articolo 33, comma 1, della legge 12 novembre 2011, n. 183, all’Elenco 3 allegato è aggiunta la seguente voce: «- Interventi di sostegno all’editoria e al pluralismo dell’informazione». In pratica, i contributi all’editoria vengono inseriti nell’elenco degli interventi finanziati dal “Fondo per gli interventi urgenti ed indifferibili”. Per il 2012 il fondo in oggetto è pari a 1.143 milioni di euro dai quali bisogna escludere 100 milioni di euro destinati al finanziamento degli interventi urgenti per il riequilibrio socio economico. La ripartizione del fondo è affidata a decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Dunque ancora non è chiara quale sarà l’effettiva copertura del fabbisogno dell’editoria.
Il sottosegretario alla Presidenza, Carlo Malinconico, in audizione presso la Camera, ha precisato che, in realtà, la manovra non cancella i contributi diretti ma elimina un sistema di contribuzione affinché venga sostituito da criteri più equi e trasparenti e soprattutto più severi, per premiare le testate che davvero favoriscono il pluralismo informativo del Paese. Infatti, così come prescrive anche l’articolo 29 (sempre quello) sarà necessaria, con decorrenza dal 1o gennaio 2012, una riforma del DPR 223 del 2010 che stabilisce i criteri per l’erogazione dei contributi. Malinconico ha detto che sulla questione verranno sentiti tutti i soggetti interessati. Il nuovo regolamento destinerà i soldi – se ce ne saranno – per la «ristrutturazione delle aziende già destinatarie della contribuzione diretta, l’innovazione tecnologica del settore, il contenimento dei costi delle materie prime e l’informatizzazione della rete distributiva».
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