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MANOVRA. L’APPELLO DI MEDIACOOP AL SENATO CONTRO I TAGLI ALL’EDITORIA

Mediacoop ha espresso, in una nota, una chiara posizione contro il decreto legge recante disposizioni sullo sviluppo economico (C 1386). “Per il mondo dell’editoria, cooperativa, non profit e di partito, il decreto con la manovra triennale rende la situazione drammatica: riduce drasticamente le risorse destinate all’editoria e, cosa ancor più grave, sopprime il carattere di diritto soggettivo dei contributi”. È questo il commento del presidente di Mediacoop Lelio Grassucci. ” È quasi certa – continua Grassucci – la chiusura di quotidiani, nazionali e locali, di agenzie di stampa e di periodici. Per molti di essi, infatti, oltre che per i veri giornali di partito, sopraggiungono difficoltà insormontabili. Si tratta di un fatto gravissimo, senza precedenti: l’assestamento di un colpo così duro al pluralismo ed alla democrazia non si era mai visto. Neppure la drammatica congiuntura economica del 1992 determinò una simile e sciagurata decisione, assunta per di più a ridosso delle ferie e con una discussione parlamentare strozzata dai voti di fiducia.
Ed ancora: mentre la scure viene abbattuta per 87 milioni per il 2009 e 100 per il 2010 sui contributi diretti all’editoria cooperativa e non profit, si lasciano intonsi e per certi versi si consolidano i 305 milioni di contributi indiretti per le poste, gran parte dei quali è appannaggio delle grandi testate”. Per quelli delle cooperative, “si tratta di 27 quotidiani editi da cooperative di giornalisti; di 12 quotidiani organi di partito, di 13 quotidiani e periodici di movimenti politici. Dal Manifesto al Corriere Mercantile, dal Cittadino Oggi al Corriere di Forlì, dal Nuovo Corriere Bari Sera a Rinascita, da Carta al Salvagente, dalla Voce di Mantova alla Cronaca, da AREA al Corriere Nazionale, Metropoli Day e così via, per tanti, tanti altri ancora. Senza citare le difficoltà gravi che si abbatterebbero sull’Avvenire, Il Riformista, Il Foglio e su tutti i veri giornali di partito”. La nota si conclude con un appello al Senato, affinchè, nell’interesse del Paese, raccolga l’appello e “valuti con grande attenzione e saggezza il provvedimento che sarà al suo esame ed impedisca tale grave disastro”.
Fabiana Cammarano

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