“Si dia vita ad un provvedimento di urgenza per ricostituire il diritto soggettivo, per ripristinare gli incentivi all’emittenza locale ed ai giornali esteri, per costruire le condizioni per sbloccare la trattativa Poste-Editori sulle tariffe, per detassare l’investimento incrementale della pubblicità nella carta stampata, equiparare l’iva per i quotidiani online a quella prevista per la stampa, prorogando inoltre almeno di tre anni la norma prevista dall’art.15 comma 6 della legge 112/2004 ( art. 43 comma 12 T.U. radiotelevisione)”. È questo l’appello lanciato da Mediacoop attraverso la relazione del Presidente onorario Lelio Grassucci, all’Assemblea nazionale dell’Editoria Cooperativa tenutasi a Roma. Mediacoop, in sostanza, chiede al Governo di prorogare, almeno fino al primo gennaio 2012, il diritto soggettivo e presentare, entro il 30 giugno 2010, un disegno di legge di riforma dei contributi all’editoria.
Grassucci ha sottolineato che Mediacoop “è consapevole delle difficoltà economiche presenti” e, per questo, propone un emendamento al testo della manovra in discussione al Senato che preveda che -accanto all’attuale tetto previsto ai contributi diretti- se ne aggiunga un altro, invalicabile, legato al numero dei giornalisti e poligrafici dipendenti. Per reperire le risorse necessarie, per il biennio 2011 e 2012, aggiuntive agli attuali stanziamenti di bilancio, l’emendamento deve inoltre prevedere che:
1.si riconduca alle finalità originarie il Fondo Editoria, escludendo le spese per convenzioni (circa 60 milioni);
2. si appostino in bilancio i fondi di cui all’art.56 comma 2 della legge 99/ 2009 (70 milioni per ciascun anno del biennio);
3. si equipari l’iva sui prodotti collaterali non editoriali (gadget), venduti in edicola, a quella prevista nella rete commerciale ordinaria (60ml).
“Come risulta evidente –ha evidenziato Grassucci – non si tratta di introdurre nuove imposizioni ma di fare un’opera di pulizia e di correttezza, di trasparenza ed equilibrio fiscale, garantendo nel contempo occupazione e risparmio per lo Stato”.
Egidio Negri
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