MANOVRA BIS/ SIDDI: «GOVERNO CANCELLI INGIUSTO PRELIEVO SULLE CASSE DI PREVIDENZA»

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«L’urgenza di mettere in sicurezza in conti dello Stato non può giustificare errori gravi di misura o eccessi interventisti squalificanti come quelli della tassazione delle rendite delle casse di previdenza sostitutive di quelle obbligatorie». È quanto si legge in un comunicato del Segretario Generale del sindacato dei giornalisti, Francesco Angelo Siddi.
« Trattare enti di previdenza – continua Siddi – peggio addirittura delle società finanziarie è una scelta molto grave. Si arriva così a tassare due volte le pensioni di chi l’assegno post lavoro se lo guadagna solo con i propri contributi: la prima, appunto, riducendo il valore dei risultati degli investimenti della massa dei contributi incassati che deve garantire le pensioni; la seconda tassando ordinariamente le pensioni, come giustamente capita per i redditi delle persone fisiche. Era già un’ingiustizia la tassazione dei rendimenti nella misura del 12,50%, è un atto inaudito quello di portarla al 20%».
«Per quanto riguarda nello specifico i giornalisti, va appena ricordato che senza scaricare oneri né tensioni sociali sulla collettività, la categoria ha appena deciso una manovra correttiva importante nel segno di un riformismo e di un welfare attivo e di coesione sociale: l’aumento graduale dell’età delle pensioni delle donne, ma introducendo la “pensione a punti“, cioè la possibilità di anticipare l’uscita con la riduzione dell’assegno mensile; l’incremento delle contribuzioni, per invalidità, vecchiaia e superstiti, in sostanziale linea con il sistema pubblico che l’Inpgi sostituisce, per legge».
«Pur comprendendo – conclude il comunicato – l’esigenza di una manovra che deve essere fatta in fretta, a tutte le autorità istituzionali e, in particolare, in questi giorni alla Camera dei Deputati e ai Gruppi Parlamentari si chiede di correggere, l’articolo sulle tassazioni dei rendimenti della previdenza sostitutiva obbligatoria, anche per evitare in futuro azioni per contestarne l’illegittimità».

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