ANCHE ANONPLUS FINISCE NELLA RETE DEGLI ATTACCHI

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Facebook fa proseliti e tra questi annovera addirittura i suoi nemici, come Anonymous, il gruppo di hacker che ha lanciato il proprio social network, chiamandolo «Anonplus».
La nascita del nuovo social network di stampo anarchico, rappresenta per alcuni versi anche una risposta di sfida ai signori di Mountain View, rei di aver estromesso il gruppo di Anonymous dal suo nuovo servizio Google plus, per motivi riconducibili alla sicurezza.
Al momento Anonplus non è ancora ufficialmente attivo in rete, ma in compenso c’è un sito web che ne chiarifica le intenzioni e gli obiettivi, «ll seme della rivoluzione è la repressione» così recita uno dei tanti slogan che a rotazione introducono al sito, slogan che lasciano poco all’immaginazione e da subito esplicitano il carattere antigovernativo che vuole essere un canale di comunicazione per quanti dissentono dallo stato attuale delle cose.
Ad entrare nel mirino della comunità di hacker, è toccato tra le tante alla Monsanto, azienda multinazionale che si occupa di biotecnologie agrarie che fattura 8,5 milioni di dollari. Il gruppo di pirati informatici ha reso visibile in rete i dati dei 2.500 dipendenti, col fine di screditare l’azienda, pubblicando documenti recanti prove dell’eventuale corruzione e condotta scorretta dell’azienda.
Ma mentre il gruppo di anarchici della rete pensava alla prossima vittima da colpire, c’era qualcuno che a sua volta era pronto a mettere in ginocchio il gruppo Anonymous stesso, è infatti quanto accaduto con un gruppo di cracker turchi (così definiti coloro che eludono i blocchi dei software, col fine di trarne guadagno) : gli Ankicilar, gruppo che prende il nome da un quartiere Turco, e che ha scatenato un attacco informatico contro coloro che fino a quel momento credevano di essere i giganti della cyber pirateria.
Quello che si prospetta all’orizzonte è una lotta intestina in rete, condotta a suon di prevaricazioni, violazioni della privacy e che si fa esempio di estremo abuso del web, con effetti che non sono più virtuali ma ben tangibili per il reale numero di persone coinvolte.

Arianna Esposito

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