Il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, parla della riforma dell'editoria e dei prossimi passaggi dell'Ordine
Anche oggi La Città di Salerno non è in edicola per lo sciopero dei giornalisti che si potrae, ormai, da più di una settimana. La vicenda che è relativa al quotidiano salernitano adesso rischia di travalicare i confini della Campania per diventare un caso nazionale.
Secondo il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Raffaele Lorusso: “Esiste una emergenza informazione che riguarda tutto il Sud, non solo la Campania. In tutto il Sud stanno venendo meno tutti i presidi storici dell’informazione. Chi si deve far carico di questa emergenza è innanzitutto la politica, i governi dei territori, il governo nazionale che sull’informazione sta seguendo una strada completamente opposta rispetto a un governo che sa che l’informazione è un bene essenziale per i cittadini. L’emergenza informazione è emergenza per la tenuta democratica di un Paese, senza informazione si spengono le voci e la democrazia”.
E quindi conclude: “Qui non ci sono in gioco solo i posti di lavoro ma il diritto all’informazione di una intera comunità. Far morire questa testata significa impoverire questo territorio. Lo Statuto dei lavoratori nel nostro Paese è ancora in vigore, seppure indebolito. La legge 300 del 1970 – aggiunge Lorusso – è ancora in vigore. Almeno due dei quattro licenziamenti sono assolutamente nulli. Quei quattro licenziamenti sono stati impugnati davanti al giudice. Due saranno sicuramente annullati secondo me perché non vi sono i presupposti di legge. Cominciamo, quindi, a rispettare le regole anche sul fronte contrattuale della nostra categoria. Il nostro contratto prevede una serie di istituti e ogni mese vengono trattenute somme che devono essere versate ad istituti di categoria. Se questi ultimi, e nella fattispecie la Casagit, non li percepiscono, questa si chiama appropriazione indebita, che è un reato. Si torni al tavolo. Si trovino le soluzioni. Le soluzioni si possono trovare nell’ambito di un confronto anche aspro ma deve esserci la volontà di dialogare”.
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