LO STANDARD DVB-T2 : OLTRE IL DIGITALE

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Più canali, più qualità, 6 canali HD in un multiplex, immagini in 3D. Dal 2015 una nuova tecnologia sostituirà il digitale. Frullone: «È una tappa necessaria; i dispositivi mobili hanno fame di frequenze».
Tanta fatica per averlo, ed è già vecchio. L’Italia, complice una serie di continui ritardi, è passata dal segnale analogico a quello digitale. Sono recenti gli ultimi switch off.
Il digitale permette una proliferazione di canali impensabile con la precedente tecnologia. Dunque sicuramente più quantità. In teoria anche più pluralismo. Tuttavia, su questo versante è meglio andare cauti.
In ogni caso le vita del digitale dovrebbe durare pochi anni. Dal 1° gennaio del 2015 saranno prodotte solo tv in grado di ricevere i nuovi standard: DVB-T2 e Mpeg4.
E, dal 1° luglio dello stesso anno, solo queste potranno essere commercializzate.
Con la nuova tecnologia ci sarà ancora più spazio per nuovi canali. Infatti gli standard DVB-T2 e Mpeg4 sono ancora più “parsimoniosi” e, nello stesso tempo, più efficienti del digitale. Come ha scritto Key4biz «gli standard DVB-T2e Mpeg4 necessitano, inoltre, di un numero più limitato di frequenze e ciò consentirà la trasmissione di una quantità più ampia e avanzata di contenuti. Il DVB-T2 consente, infatti, una maggiore ampiezza di banda e la trasmissione dei contenuti in alta definizione mentre lo standard Mpeg4 assicura una maggiore qualità audio-video».
Non è superfluo chiedersi se ci sarà bisogno di comprare nuove tv. La risposta è “ni”. In altre parole chi desidera aumentare la qualità delle immagini e ricevere i nuovi canali potrebbe acquistare un nuovo apparecchio. Ma chi è restio, continuerà comunque a ricevere il segnale tv in standard DVB-T1. La qualità audio-video e i canali rimarranno gli stessi.
Dunque sarà una rivoluzione “facoltativa”. Ricordiamo che con l’avvento al digitale si era costretti a comprare un decoder o una tv adatto. Nel 2015 non sarà così.
«Ai consumatori diciamo solamente di fare attenzione, in quanto non è obbligatorio comprare un nuovo apparecchio, visto che quelli vecchi permetteranno comunque la ricezione del segnale televisivo», ha commentato Ivano Giacomelli, segretario nazionale del Codici, un associazione per i diritti del cittadino e per la difesa dei consumatori.
In ogni caso è importante la conoscenza e la consapevolezza di questo nuovo cambiamento. A tal fine l’informazione è fondamentale. Infatti Codici ha evidenziato un progetto dell’Agcom finalizzato al chiarimento sulla nuova “staffetta tecnologica” e relativi apparecchi, con tanto di bollini identificativi per le diverse classi di prodotti.
Riguardo alle migliorie tecniche, per Mario Frullone, direttore delle Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni (una istituzione che svolge attività di consulenza nei confronti del Parlamento, del governo e delle amministrazioni pubbliche) si tratta di una tappa necessaria vista la crescita esponenziale dei dispositivi mobili. «Oggi la banda a disposizione per le trasmissioni tv si va riducendo per la “fame” di frequenze di smartphone, tablet, ecc.. che hanno portato prima a destinare una parte dello spettro al nuovo standard dei telefonini 4G e, che porteranno via, dal 2015 un’altra parte significativa di frequenze. C’è, quindi, la necessità di far stare su una banda sempre più stretta un numero sempre crescente di canali e questo sarà possibile solo con il passaggio al nuovo standard DVB-T2», ha spiegato Frullone. Inoltre sarà possibile “ospitare” nello stesso multiplex fino a 6 canali HD. Attualmente il limite è 2. Inoltre i contenuti “premium” potrebbero essere, con la buona volontà dei broadcaster, in 3D. In ogni caso «le due tecnologie, quella attuale e la prossima, continueranno a coesistere per un gran numero di anni».

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