L’ennesimo caso Dazn finisce davanti al governo

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L’ennesimo caso Dazn finisce sul tavolo del governo. Il ministro alle imprese Adolfo Urso ha disposto, per oggi, la convocazione dei vertici della società di streaming che detiene i diritti televisivi del massimo campionato di calcio. Il tema, manco a dirlo: quello dei disservizi. Che hanno dato il “bentornato” alla Serie A per molti, troppi, tifosi che sono stati colpiti da problemi a fronte di abbonamenti sempre più cari e sempre più restrittivi.
Il ministro Urso ha scritto sui social che “a tutela dei consumatori, ho convocato per il 10 gennaio al Mimit i vertici della società Dazn, alla presenza anche del Ministro dello sport, Andrea Abodi e dei vertici della Serie A”. Il titolare del Mimit ha poi spiegato: “Il perpetuarsi del disservizio impone di fare chiarezza sulle azioni che la società intende prendere, investimenti in rete e tecnologia, al fine di rispondere alle esigenze degli utenti”. I disservizi hanno fatto inferocire i consumatori e il Codacons aveva già annunciato la volontà di presentare un esposto all’Agcom contro la società di streaming.
Prima di incontrare il governo Dazn aveva chiesto scusa agli utenti e spiegato le ragioni dei disagi. In una nota, la società aveva espresso rammarico “per quanto accaduto durante due delle dieci partite disputate il 4 gennaio, Inter-Napoli e Udinese-Empoli” e aveva spiegato che “nonostante la tecnologia di Dazn sia rimasta resiliente e abbia funzionato correttamente durante la fruizione delle partite, è avvenuto un disservizio tecnico causato da un partner esterno globale, incaricato di gestire la distribuzione del traffico sui server (CDN) utilizzati da Dazn”.
Per Dazn “i disservizio ha impattato alcuni clienti, mentre la maggior parte delle persone connesse ha visualizzato gli eventi senza alcun problema. La fruizione in live streaming di contenuti sportivi dipende da molteplici fattori e dal contributo di una serie di partner tra cui i gestori di specifiche infrastrutture di distribuzione dei contenuti video, da cui ci aspettiamo i massimi standard qualitativi”.

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