Le case editrici italiane puntano sempre più sull’estero, non si limitano solo ad acquistare e tradurre titoli stranieri ma riescono ad imporre il proprio prodotto a livello internazionale. È quanto emerge dalla seconda indagine sull’import-export dei diritti d’autore in Italia realizzata da Boxa, per conto dell’Istituto nazionale per il commercio con l’estero (Ice) e in collaborazione con l’Associazione italiana editori (Aie), presentata ieri a Milano.
In base all’inchiesta, il 21% degli editori italiani ha acquistato o ceduto diritti d’autore all’estero negli ultimi quattro anni. Non è un dato da poco, se si pensa che nel 2004 l’esito era stato del 15%. E se gli editori medio-grandi confermano la loro attitudine a lavorare con i mercati internazionali (+42,6% rispetto al 2003), decisamente incoraggiante è il fatto che anche i piccoli (quelli che pubblicano meno di 15 novità all’anno) stiano capendo l’importanza di aprire i loro cataloghi: se nel 2003 quelli che scambiavano diritti erano il 10%, oggi fanno registrare una crescita dell’80% (da 191 editori a 316). (Dalla rassegna stampa cestudio.it)
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