L’uscita delle televisioni locali da Dgtvi, che è stato la vera “cabina di regia”del digitale in questi anni, ha una doppia spiegazione. E una premessa: avviene con incredibile ritardo. La prima spiegazione, infatti, è il silenzio di Dgtvi a fronte dei commi della legge di stabilità che mettono in gara la banda 800 Mhz: sin dal passaggio della Sardegna al digitale, però, si sapeva che i canali dal 61 al 69 prima o poi sarebbero finiti all’asta a favore delle compagnie telefoniche. Dalla Sardegna in poi, era il 2008, tali canali, non a caso, sono sempre stati assegnati alle tv locali e ad Europa 7. Le associazioni delle tv locali se ne sono accorte solo ora?
La seconda spiegazione dell’uscita di Frt tv locali e Aeranti-Corallo, quella più vera, sta nella LCN, ovvero la numerazione automatica dei programmi assegnata dal Ministero sulla base del Regolamento dell’Autorità per le comunicazioni. I fornitori di contenuti nazionali, come Virgin Radio Tv, che sono “trasportati” nei multiplex delle tv locali, anziché avere il numero in quanto operatore nazionale lo hanno avuto, in Lombardia, come un tv locale. Il che vuol dire che in un’altra regione potrebbero avere tutt’altro numero. Fine dell’esperienza, insomma, salvo ricorsi: proprio mentre le maggiori tv locali hanno formato consorzi per noleggiare parte della capacità trasmissiva alle tv locali. Già la legge di stabilità, per liberare frequenze per la gara, prevede paletti, in termini di nuovi obblighi di programmazione territoriale, per frenare la diffusione dei fornitori di contenuti nazionali da parte degli operatori di rete locali.
A vantaggio di chi? Superfluo dirlo.
(http://marcomele.blog.ilsole24ore.com)
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