Giuseppe Laterza è appena uscito vincitore dalla causa di diffamazione intentata nel 2005 da Silvio Berlusconi, contro “L’ombra del potere” di David Lane, corrispondente dell’Economist.
Oggi ai microfoni de La Repubblica dichiara: “queste nuove norme sono il frutto impazzito di male intenzionati e di irresponsabili che non hanno valutato le conseguenze”. Che sia un libro-inchiesta o un qualsiasi volume scolastico, -prosegue Laterza- la nuova legge non fa distinzioni di contenuti che possano essere lesivi, qualsiasi libro sarebbe passibile di denuncia, e l’editore costretto ad acquistare pubblicità almeno su due quotidiani nazionali per pubblicarne la rettifica”. “Tutto ciò si traduce in breve, in censura preventiva: ovviamente le case editrici ci penserebbero dieci volte prima di dare alle stampe qualsiasi libro, visti i rischi che si prospettano per chi scrive e per chi pubblica”. “A tal proposito la sentenza con cui i giudici hanno difeso il diritto di critica, è molto interessante – conclude l’editore – in sostanza, si può anche ricorrere a “espressioni lesive” se queste sono fondate su uno studio critico e strutturato, supportato da argomenti validi e non da critiche gratuite. Di conseguenza un giudizio apparente lesivo diventa leggittimo”.
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