LA7, ACCORDO CON FELTRINELLI PER LA NUOVA EFFE TV. INFLUIRÀ SULLA VENDITA DI TIMEDIA?

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Si chiama Effe Tv. È il nuovo canale targato Feltrinelli e La7. Debutterà a fine a marzo-inizio aprile. Il ministero dello Sviluppo economico ha assegnato alla nuova realtà mediatica il numero 230 del digitale terrestre. Tuttavia i dirigenti della nuova tv sperano in un numero più basso, più facilmente raggiungibile dagli utenti. Il pareggio di bilancio è previsto fra 3 anni. Ma su quali frequenze trasmetterà Effe Tv? Intanto la vendita di Timedia, la controllata di Telecom Italia che possiede La7, Mtv e 3 multiplex nazionali va a rilento. Le perdite del gruppo impauriscono i potenziali acquirenti. Come influirà il debutto di La7 in una nuova (quindi rischiosa) avventura televisiva sulla cessione di Timedia?
Effe Tv è il prodotto di una duplice partecipazione fatta “ad hoc”. Nel cda della nuova società siederanno sia esponenti della nota casa editrice, che possiede il 70% del nuovo canale, che La7, a cui spetta il restante 30%.
Diamo ora i nomi. In quota Feltrinelli ci sono il presidente della stessa, Carlo Feltrinelli, l’ad Dario Giambelli, che sarà anche il presidente di Effe Tv, Roberto Rivellino, con il ruolo di dg, e Stefano Sardo, capo del reparto librerie. La compagine di La7 è più scarna. Per la tv di Timedia abbiamo Mauro Ghiliani, da poco nuovo ad di La7, Giovanni Stella, ex leader del settimo canale, e Quintilio Tombolini.
L’annuncio di una nuova tv creata dalla sinergia tra La7 e la Feltrinelli è avvenuto già ad ottobre. Carlo Feltrinelli, presidente del Gruppo editoriale aveva annunciato: «In uno scenario di crisi e di trasformazione non potevano smettere di investire sul futuro. Tra le librerie, la casa editrice e la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, siamo uno dei maggiori promotori culturali del nostro Paese. E con La7 partner eccellente che conosce il mercato tv, investiremo in un progetto che va a coprire un’esigenza di mercato esiste e non è soddisfatta».
Fece eco Giovanni Stella (ex ad e dirigente di Timedia, da poco dimissionario dalla controllata di Telecom Italia): «Abbiamo deciso di affiancare il Gruppo Feltrinelli. Nascerà un prodotto tanto inedito quanto stimolante per l’intero panorama mediatico. Siamo da sempre attenti all’innovazione e alla sperimentazione di nuove forme di tv. Coniugheremo la qualità con un approccio aperto, senza dimenticare l’attenzione al servizio pubblico».
Spera bene anche l’ad di Effe Tv, Gianluca Paladini (ex presidente di Digicast Spa, una società del gruppo Rcs specializzata in sviluppo e gestione di canali tematici, come sarà anche Effe Tv): «Vogliamo fare un canale culturale e di intrattenimento che non sia noioso e si distingua dai canali generalisti. Sarà anche un modo per sfruttare i circa 3.500 eventi culturali che la Feltrinelli produce ogni anno. Ci aspettiamo che quest’iniziativa di diversificazione del business consolidi la fama della nostra insegna e porti fatturato. In 3 anni dovremmo raggiungere il pareggio». Per la nuova creatura televisiva non è escluso un approccio multipiattaforma. È lo stesso Paladini che lo ha annunciato: «Vorremmo estenderci al satellite. Con Sky, se è possibile». Il tutto, ovviamente, senza disdegnare il web e le tecnologie mobili.
Ad ogni modo l’impresa è ardua. La pubblicità, linfa vitale per ogni impresa televisiva e mediatica, scarseggia. Inoltre Effe Tv, come detto in precedenza parte da una posizione di svantaggio: il numero 230 del Lcn (posizione automatica del numero sul telecomando). Ciò vuol dire che se un utente non conosce l’esistenza del canale difficilmente potrà accedervi con il semplice zapping.
Infatti l’ad di Effe Tv, Giambelli ha sottolineato l’importanza di una posizione più “bassa”: «Ci serve un nuovo numero. Sto valutando se c’è un canale a due cifre può essere liberato perché poco usato o con impiego difforme dalla sua assegnazione».
Ma rimane il problema delle frequenze. Il canale 230 su quali frequenze si appoggia? Fa parte dei 3 mux di proprietà di Timedia, che sono in vendita, oppure si è preferito affittare il diritto d’uso delle frequenze da altri?
Ma ora lasciamo da parte questi dilemmi. E parliamo di come verrà riempito il palinsesto. La direzione dei contenuti è affidata a Riccardo Chiattelli (ex Sky). E Gad Lerner è il capo del comitato editoriale. La “missione” è chiara: proporre cultura e intrattenimento di qualità. Le stesse funzioni di un buon libro (non a caso è la tv della Feltrinelli). Ci saranno interviste a scrittori, sia noti che emergenti, musica dal vivo, concerti. Ci sarà anche uno spazio per la cucina (format di successo negli ultimi tempi).
La produzione dei suddetti contenuti avverrà “in casa”, sia di La7 che della Feltrinelli. Ma Non mancheranno acquisti fatti all’estero dai maggiori network internazionali. Ma, avendo Effe Tv un budget non illimitato, non ci saranno spese pazze. Comunque gli accordi sui contenuti dovrebbero essere perfezionati a febbraio.
Anche il target, ovvero il pubblico di riferimento, sembra già definito: si tratta della fascia d’età tra il 18 e i 40 anni, di cultura medio alta, con una leggera prevalenza femminile. Si tratta, in altre parole, dei clienti della Feltrinelli. Volendo quantificarli arriveremmo a circa 3 milioni di persone. Non si tratta di un grande numero per la pubblicità. Infatti EffeTv punterà proprio su degli sponsor “tematici”. Fatti su misura del pubblico di riferimento. Il compito di rastrellare pubblicità spetterà alla concessionario Prs Media Group. Tuttavia 3 milioni di spettatori non attirano tanti spot. Soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale.
In ogni caso c’è un dubbio che accompagna la creazione di Effe Tv. Si tratta della vendita, peraltro non ancora conclusa, di Timedia, la società che possiede La7, oltre alle frequenze e il numero su cui è veicolato il settimo canale. Se la cessione, prevista per la fine del 2012, dovesse avvenire a breve, cosa cambierà nell’assetto societario di Effe Tv? Il nuovo acquirente del settimo canale si ritroverebbe, suo malgrado, “immischiato” in una joint venture non voluta? Non si tratta di una domanda peregrina.
Inoltre la “salute” di La7 è un tassello fondamentale per la vendita di Timedia (che comprende il 51% di Mtv e 3 mux nazionali). Infatti le perdite accumulate dalla tv di Telecom Italia che rendono difficile la vendita dell’intero pacchetto. Il gruppo Timedia ha perso 53,8 milioni nei primi 9 mesi del 2012. I ricavi consolati dati sono scesi del 5,2%. E ora si attestano a 160,7 milioni (nello stesso periodo del 2011 erano a quota 169,6). Quindi come vedranno i potenziali acquirenti (i fondi Clessidra e Equinox e la Cairo Communication, concessionaria della pubblicità di Timedia), il debutto di La7 in una nuova avventura televisiva? Sarà un punto a favore o una ulteriore “palla al piede”?
E poi, se Effe Tv sarà trasmessa tramite i mux di Timedia, cosa accadrà quando e se questi saranno venduti?
E poi, in un vicino orizzonte, c’è l’asta per le frequenze del dividendo digitale (ex “beauty contest”). Saranno venduti 6 mux. Il che potrebbe anche far scendere il valore dei 3 di Timedia. È una banale legge del mercato: aumenta la disponibilità – diminuisce il prezzo.

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