LA TARANTOLA “DETTA GLI ORDINI” PER LA RAI DEL FUTURO

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«Pluralismo, responsabilità, etica per recuperare identità, no alla tv del dolore e a veti politici, sì alla valorizzazione della donna. Per la campagna elettorale assicureremo il pluralismo adottando i regolamenti. Per il Tg1 cercheremo un professionista interno. Vogliamo recuperare pubblico e identità, ma senza i conti in ordine non c’è nessun futuro». Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, fa il punto della situazione del servizio pubblico in un’intervista al Corriere della sera.
«La Rai deve recuperare la sua identità di servizio pubblico. Deve sostenere, senza pedagogismi, la crescita culturale e civile del Paese e favorirne la reputazione nel mondo». E per farlo la Tarantola punta su tre parametri fondamentali: il pluralismo, la responsabilità e l’etica. Inoltre l’offerta della tv di Stato deve essere diversa e deve avere più qualità di quella commerciale. «Se accendo la tv devo riconoscere subito il prodotto Rai». Infatti in una relazione inviata alla commissione Vigilanza la Tarantola ha scritto che «ogni singolo pezzo della nostra programmazione, quale che sia il mezzo per cui è stato pensato o attraverso il quale arriva al pubblico, dovrà comunque avere ben chiaro il marchio autorevole del servizio pubblico. Così la fiction, che è uno strumento importante con cui, attraverso la narrazione, si possono aiutare i cittadini a capire e a crescere. Così lo stesso intrattenimento che, mi sento di dirlo con chiarezza, non deve più indulgere nel sensazionalismo e nella tv del dolore. Sono convinta che in Rai vi siano risorse adeguate per cambiare, innovando con intelligenza e equilibrio».
Per la Tarantola la Rai dovrebbe anche avere una «maggiore flessibilità della programmazione per fronteggiare meglio le emergenze», ma mai «accettare vincoli extra aziendali e farsi influenzare da “tirate di giacca” e veti politici».
E poi sulla rappresentazione delle donne in tv, «bisogna valorizzarle al di là della bellezza. Le donne italiane meritano di essere raccontate per come sono realmente».
Il discorso non poteva non cadere sulla campagna elettorale. La Tarantola ha affermato che «sarà un termometro di civiltà. La Rai applicherà i regolamenti e, se necessario, cercherà di interpretarli. Ma credo che il vero pluralismo non ha a che fare con il minutaggio, ma si ottiene con la correttezza, l’equilibrio, l’autorevolezza, l’indipendenza».
E quando si parla di pluralismo, non si può esulare dal Tg1, il notiziario delle rete ammiraglia diretto dal pensionato Alberto Maccari che ha sostituito Augusto Minzolini, accusato di peculato. La Tarantola ha promesso che il prossimo direttore sarà un professionista autorevole, possibilmente scelto all’interno. Ma la scelta ultima spetta al cda, essendo una nomina prettamente editoriale. Il Consiglio voterà le proposte del dg, Luigi Gubitosi.
Per quanto riguarda i conti la Tarantola non smentisce il suo passato in Bankitalia: «Bisogna coniugare la strategia editoriale con la necessità di rimettere i conti in ordine [nel 2012 si prospetta un passivo di 200 milioni di euro]. La Rai deve essere economicamente sostenibile. Altrimenti non c’è futuro. Dobbiamo diffondere una cultura aziendale più attenta ai conti e ai rischi oltre che al prodotto».
Dunque non è peregrino pensare a ulteriori manovre “restrittive” (dopo quelle effettuate dall’ex dg Lorenza Lei). In effetti si è parlato di un piano di prepensionamento, di vendita degli immobili e degli asset di Rai Way. Inoltre, come ha annunciato anche il dg Luigi Gubitosi, la Rai dovrà ottimizzare le sue risorse interne ed evitare costose esternalizzazioni. «Fazio e Fiorello dobbiamo produrli noi», ha dichiarato pochi giorni fa Gubitosi.
La Tarantola ha sottolineato anche il rapporto tra azienda e dipendenti, troppo spesso sfociante in cause di lavoro. Ne sono circa 1300, ovvero un dipendente su dieci fa causa alla propria azienda. Di chi sarà la colpa?
Ad ogni modo la Tarantola ha chiari gli obiettivi da raggiungere nel suo mandato triennale: «Creare una Rai tecnologicamente avanzata, capace di produrre stabilmente reddito, in grado di proporre un prodotto appetibile, innovativo e di qualità. Il tutto condito con competenza, indipendenza ed etica».
Tanti auguri, presidente Rai.

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