LA MANOVRA BIS È LEGGE. ECCO IL TESTO PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE

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Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge che converte la manovra di Ferragosto (Dl 138/2011) approvata in tutta fretta dal Governo.
Tra le principali misure del provvedimento, nuovo giro di vite sulle spese dei ministeri e degli enti locali, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, l’aumento dal 20% al 21% dell’Iva, il taglio delle agevolazioni fiscali, l’inasprimento della lotta all’evasione fiscale compreso il carcere per i grandi evasori, il contributo di solidarietà del 3% per i super ricchi e licenziamenti più facili. Inoltre è stato introdotto l’aumento della base imponibile Ires per le società cooperative.
Inoltre, la legge prevede che gli ordini professionali dovranno aprirsi ad una maggiore concorrenza e detta una serie specifica di principi cui deve essere informata la prossima riforma degli ordinamenti (da attuare entro 12 mesi dalla vigenza del provvedimento) ovvero: a) libertà dell’accesso alla professione, ed impossibilità, in forza di una disposizione di legge, di istituire “numeri chiusi”, salvo ragioni di interesse pubblico, nonchè di introdurre discriminazioni basate sulla nazionalità; in relazione alle società tra professionisti,la norma si limita a denunciare la possibilità dell’esercizio in forma societaria della professione escludendo discriminazioni derivanti dal luogo in cui la società ha sede; b) obbligo per il professionista di seguire percorsi di formazione continua permanente; c) adeguamento del tirocinio all’esigenza di garantire lo svolgimento effettivo dell’attività formativa ed il suo costante adeguamento alle esigenze di miglior esercizio della professione; d) pattuizione scritta del compenso professionale al momento del conferimento dell’incarico, prendendo a riferimento le tariffe professionali; e) obbligo, per il professionista, di stipulare idonea assicurazione a tutela del cliente, per i rischi professionali; f) previsione di organismi disciplinari separati da quelli di natura amministrativa; g) libertà di pubblicità informativa sulla specializzazione professionale, struttura dello studio e compensi richiesti per le prestazioni.

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