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La Gente d’Italia in Uruguay compie 18 anni: e le candeline le spegne Mattarella

Un miracolo tutto italiano, negli anni dei tagli e delle politiche di spendig review, la crisi della carta stampata e la giungla del web. La Gente d’Italia compie 18 anni. E li fa alla sua maniera: informando, come non ha mai smesso di fare, quegli italiani che hanno scelto di vivere lontani dalla madrepatria, e che mai vorrebbero spezzare quell’esile legame generazionale che ancora li tiene avvinti all’idea stessa di Patria.

E’ stata questa, d’altronde, l’idea che ha spinto Domenico Porpiglia a spostare il giornale a Montevideo in Uruguay, Paese in cui, secondo gli ultimi calcoli effettuati da consolati e ambasciate italiane, vive e lavora la più alta concentrazione del mondo di italiani e oriundi italiani. A Montevideo, ma con gli occhi puntati su Buenos Aires e, nel medio termine, anche sulle altre capitali dell’America latina, nel quadro di una strategia che, in chiave geopolitica, mira a coprire l’intero emisfero occidentale.

Un esempio di “buona editoria” per chi ha ancora voglia di “sana stampa”. Ma anche una scelta vincente e ben ripagata. Certificata dal sempre crescente numero di lettori. E dalla decisione, ultima, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di premiare il direttore Porpiglia con la consegna di una targa (che sarà consegnata nella “Casa degli Italiani” a Montevideo, nel pomeriggio del 12 maggio) a riconoscimento dell’azione svolta dal suo giornale, nei diciotto anni di attività, a favore dell’informazione e dell’italianità. Una decisione, quella presa dal Capo dello Stato, apprezzata e condivisa, pubblicamente, anche da Claudio Melloni, presidente del Comitato degli italiani all’estero (Comites) e da Renato Palermo, rappresentante nel Consiglio Generale Degli Italiani all’Estero. E che, dulcis in fundo, ha incassato anche il plauso della File e della Fnsi.

La Gente d’Italia, d’altronde, con la sua direzione centrale in Uruguay, la redazione politica di Roma, gli uffici di corrispondenza di Miami, New York, Buenos Aires e San Paolo, è stata fatta e pensata per i figli e i nipoti di quei nostri connazionali che, purtroppo, hanno perso o stanno perdendo ogni contatto con il loro Paese d’origine soprattutto per mancanza d’informazione. E la grande esperienza giornalistica di Mimmo Porpiglia ha colmato un vuoto dando vita a un quotidiano diverso. Pensato per gli italiani all’estero, scritto per loro, fatto per loro. Nessun condizionamento da parte del potere, la libertà come garanzia dell’italianità.

Un giornale che mira a cogliere ogni aspetto della vita delle comunità italiane nelle Americhe, proponendosi sul mercato con un prodotto di altissimo livello.

La Gente d’Italia racconta fatti di cronaca, ma non solo. Perché spesso le notizie, anche quelle apparentemente minori e magari celate negli angoli bui della storia, se opportunamente sviscerate e riportate alla luce, opportunamente approfondite e riproposte nella loro giusta cornice, possono ridestare nel lettore l’orgoglio del senso di appartenenza ad una comunità. Anche se si riferiscono a fatti vecchi di un secolo. E’ questo, ad esempio, il caso della tragedia di Monongah, la miniera del West Virginia saltata in aria nel dicembre del 1907 con più di mille morti, dei quali oltre la metà italiani. Una tragedia dimenticata. Ma che Gente ha saputo strappare all’oblio dei tempi riproponendola ai propri lettori, fino a ridestare in loro l’orgoglio antico delle comuni radici. L’inchiesta, nel novembre del 2003, fu elogiata (e premiata) dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. E sembra quasi una staffetta simbolica quella di oggi con il Presidente Mattarella che come Ciampi 14 anni fa, premia ancora una volta “La Gente” per il suo incredibile lavoro: informare. Tanti auguri a “La Gente d’Italia” e ai Porps. E cento di questi giorni!!

Redazione CCE

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