“La Gazzetta del Mezzogiorno rischia di non uscire più dal 1 agosto”

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Allarme rosso alla Gazzetta del Mezzogiorno. I sindacati accusano. Il quotidiano pugliese rischia la sospensione delle pubblicazioni dal 1 agosto prossimo. Questo perché continuano i rinvii della task force regionale che avrebbe dovuto dipanare alcuni dei nodi della vicenda. In primo luogo, la Ladisa pare intenzionata a rinviare il tavolo ma incombono le scadenze. Su tutte, quella della scadenza dell’affitto per le attività in capo al fallimento Edisud. La questione, dunque, è scottante.

Futuro Gazzetta, “Decisione sconcertante”

A dare notizia degli sviluppi che rischiano di essere drammatici per il futuro della Gazzetta, sono state l’Associazione interregionale della Stampa di Puglia e Basilicata insieme alla Fnsi. Hanno diramato un documento duro in cui hanno ricostruito quanto sta accadendo. Senza lesinare attacchi. Hanno espresso “preoccupazione per la mancanza di chiarezza sul futuro della Gazzetta del Mezzogiorno”. Perché “A poco più di quindici giorni dalla scadenza del contratto di affitto con la Ledi srl non v’è alcuna certezza sul destino della testata. E sul futuro dei giornalisti e degli altri lavoratori”. Quindi il nodo gordiano: “Desta, per questo, sconcerto la decisione di rinviare la riunione della Task force della Regione. Che oggi era chiamata ad affrontare i nodi di questa delicata vertenza. La richiesta di rinviare sine die la riunione, avanzata dalla Ledi srl, società del gruppo Ladisa, a pochi giorni dalla scadenza del contratto di affitto con cui ha rilevato le attività editoriali in capo al fallimento Edisud, getta un’ombra sia sulla continuità del giornale sia sulla salvaguardia dei posti di lavoro, entrambi messi a repentaglio a partire dal 1° agosto prossimo”.

“Che intenzioni ha l’azienda?”

La scelta non è priva di conseguenze. Anzi. “Sottrarsi ad un confronto con i sindacati per individuare possibili soluzioni significa lasciare nel limbo sia i 25 giornalisti già collocati dalla Ledi in cassa integrazione a zero ore, che a partire dal 1 agosto rischiano di diventare automaticamente esodati. Sia i 60 giornalisti part-time e full-time rimasti in attività e che stanno affrontando importanti sacrifici sul reddito pur di garantire l’uscita del giornale in edicola. Era legittimo aspettarsi dalla Ledi, alla luce dell’incerta situazione sui futuri assetti proprietari del giornale determinata dalle procedure presso il Tribunale fallimentare di Bari, un’assunzione di responsabilità. A cominciare dalla richiesta di uno stato di crisi biennale che consentisse di gestire gli esuberi dei giornalisti, evitando soluzioni traumatiche. Ci pare, invece, che l’azienda voglia arrivare sino all’ultimo minuto. Ossia al 31 luglio prossimo. Senza soluzioni concordate per garantirsi la libertà, una volta assegnata la proprietà della testata, o di abbandonare definitivamente la partita o di proseguirla solo con una parte dei giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno”.

“Istituzioni vigilino su futuro Gazzetta”

Ciò, secondo Assostampa e Fnsi. “in barba agli accordi già raggiunti lo scorso 18 novembre in sede di gara per l’affitto delle attività editoriali Edisud, che inevitabilmente si estinguono il 31 luglio con la scadenza del contratto e con la conseguenza che, dal 1° agosto, si rischia l’interruzione delle pubblicazioni”. Il sindacato unitario dei giornalisti perciò ha promesso impegno. Che “non cederà di un millimetro rispetto alla necessità che il giornale continui ad andare in edicola dal 1° agosto. A tutela dell’informazione dei cittadini di due regioni del Sud, la Puglia e la Basilicata. E che tutti i lavoratori della Gazzetta, impegnati sinora a garantire quel diritto a costo di grandi sacrifici, non perdano il posto di lavoro”. Infine l’appello. “Chiediamo a tutte le istituzioni chiamate a vigilare per il buon esito della vicenda di impegnarsi. A cominciare dal Tribunale fallimentare di Bari, per evitare un danno irreversibile sia per la continuità del bene Gazzetta. A tutela dei lettori e degli stessi creditori del fallimento Mediterranea, sia per la continuità dei posti di lavoro in capo al fallimento Edisud”.

 

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