LA COMMESSIONE CHIEDE UN MERCATO UNICO EUROPEO PER I CONTENUTI DIGITALI

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Il White Paper sulla strategia per lo sviluppo dei nuovi servizi media dell’EDiMa (l’organismo che riunisce le digital media company europee) dovrebbe “concentrarsi sulla creazione di un singolo mercato digitale per i consumatori, i creatori di contenuti e gli internet service provider”. Lo ha dichiarato il commissario europeo per l’Information society Viviane Reding.
Secondo il commissario Ue, oggi il mercato dei servizi digitali è ostacolato dalla frammentazione delle regole, diverse Stato per Stato.
“Il 60% dei giovani utenti Internet europei scarica contenuti gratis dal web e il 28% dice di non essere disposto a pagarli. Ma questa percentuale si ridurrebbe se i giovani trovassero offerte concorrenziali e meno restrizioni contrattuali e tecnologiche. Questi utenti sono il nostro futuro”. “Siamo onesti”, continua la Reding: “nell’offerta di contenuti digitali, l’Europa non è il più vasto mercato del mondo, ma 27 mercati separati. Ecco perchè gli Usa ci sono superiori”.
A proposito degli Stati Uniti: perderà l’Europa la partita della digitalizzazione dei libri? La Reding cita apertamente il caso di Google Books: “Se non agiamo subito, i cittadini Usa non solo godranno della più ampia offerta di contenuti digitali, ma potranno accedere con un semplice click a 10 milioni di libri, tra cui moltissimi parte dell’eredità culturale europea. Potrebbe nascere un nuovo digital divide tra le due sponde dell’Atlantico. Oggi, detentori di diritti e Isp in Europa investono troppo tempo e denaro nella gestione dei diritti, anzichè in servizi capaci di attrarre utenti”.
“Dobbiamo affrontare il problema della digitalizzazione di massa dei libri e delle opere orfane”, ha sottolineato la Reding parlando delle priorità nella sua agenda. “E’ inaccettabile che un’enorme parte dell’eredità culturale europea resti inaccessibile ai cittadini Ue, quando potrebbe essere a portata di click. La risposta europea a Google Books non deve essere una guerra culturale contro il progresso tecnologico, ma un invito ad accelerare la migrazione dell’Europa verso un sistema moderno che faccia l’interesse di autori e investitori. Dobbiamo mettere in atto soluzioni che evitino che la digitalizzazione avvenga tutta negli Stati Uniti”.
Federica Liucci

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