Scambio di accuse tra Usa e Cina sul fronte dei cyber attacchi in rete.
A seguito dell’ondata di incursioni informatiche perpetuate ai danni dei portali delle major delle telecomunicazioni (Facebook, Twitter, Microsoft) la caccia al pirata è appena iniziata.
Finita da subito nella black list delle maggiori indiziate, la Cina ora rimanda al mittente tutte le accuse ricevute dai suoi detrattori a stelle e strisce.
La strategia adottata dagli abitanti all’ombra del dragone, si basa sulla contro accusa e da accusata si trasforma in vittima.
Le autorità di Pechino hanno infatti denunciato 144mila attacchi subiti al danno del portale web della sicurezza cinese, dietro cui si celerebbe lo zampino dell’America.
I fatti al momento sono ancora da accertarsi ma rimane comunque una tensione irrisolta tra i due paesi che allarma soprattutto le autorità dell’IT come Chester Wisniewski.
Il security advisor di Sophos intravede nel cyber conflitto che si è scatenato tra le due potenze, una strategia per confondere le acque in modo tale da sommergere altre questioni più prominenti.
Il rischio è infatti quello di trascurare la sicurezza dei singoli utenti del web, in relazione al dispiegamento di autorità a salvaguardia dei grandi nomi della rete.
Insomma se all’erta sulla protezione deve essere, che lo sia per tutti.
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