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L.Stabilità, Butturini: bene sostegno a editoria, ma serve chiarezza su impiego risorse

Arriva il ‘fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria’, con un plafond di 120 mln nel triennio 2014-2016. Lo prevede il maxiemendamento alla legge di stabilità, presentato al Senato. Le risorse sono così divise: 50 mln nel 2014, 40 mln nel 2015 e 30 mln nel 2016. Il fondo, si legge nel testo, è destinato a ”incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all’innovazione tecnologica e digitale e all’ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media e a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali”.
“L’introduzione nella Legge di Stabilità, approvata ieri al Senato, del fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria (120 mln di euro nel triennio 2014-2016) è un gesto importante da parte del Governo. In particolare è positivo che le finalità del fondo siano incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all’innovazione tecnologica e digitale e all’ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media e a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali. Sulla carta un mix fra maggiore efficienza, contenimento dei costi e investimenti per lo sviluppo che andrebbe nella giusta direzione. Un buon segnale anche sulla strada del confronto per il rinnovo del contratto nazionale, specie per il sostegno agli ammortizzatori sociali”. Lo dichiara in una nota il segretario di Stampa romana, Paolo Butturini.

“L’eventuale voto positivo anche alla Camera, licenzierebbe un’iniziativa che sarebbe un passo avanti, dopo anni di tagli e assenza di politiche di supporto nei confronti del settore che, ora, è veramente allo stremo. L’esperienza, però – aggiunge Butturini – , ci suggerisce che anche le migliori intenzioni si infrangono sugli scogli dell’egoismo aziendalista, o peggio ancora dei giochetti di bottega, se non sono chiari i percorsi, i meccanismi di collocazione delle risorse e non vi è un controllo a valle su come sono impiegate. Sarebbe quindi il caso di accelerare la trattativa per il rinnovo contrattuale e provare a disegnarle accanto a un moderno schema di relazioni industriali, un nuovo ‘patto fra produttori’ che porti a una cabina di regia fra sindacati del settore ed editori, con il fine di dare vita a un confronto concreto su prodotti editoriali, modelli di business, formazione e nuove figure professionali”.

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