INTERVISTA ALL’EDITORE DI METROPOLIS, GIUSEPPE DEL GAUDIO

0
880

Il comparto editoriale campano è uno dei più attivi e prolifici del settore.
Un’autentica risorsa in termini di cooperazione, non immune, però, dai morsi della congiuntura che ha investito il mercato a livello nazionale, con inevitabili ricadute anche a livello locale.
Di fronte alle difficoltà che li stanno tartassando, gli editori campani hanno deciso di rimboccarsi le maniche nel tentativo di rimanere a galla.
E stanno mettendo in campo di tutto per preservare il rapporto che li lega al pubblico ed al territorio (su cui sono radicati).
Su questo hanno puntato e continuano a puntare editori di emittenti partenopee storiche come Riccardo Romano, direttore di Canale Otto; Giovanni Tajani di Televomero; Livio Varriale, direttore editoriale di Julie Italia e Paolo Torino, di Canale 21.
Dopo aver sentito le loro opinioni sul momento difficile che sta attraversando il mercato editoriale della Terra Felix, Editoria.tv si rivolge, questa volta, a Giuseppe del Gaudio, direttore e uno degli storici fondatori del quotidiano locale “Metropolis”, network diffuso anche sul web e in tv che ben presto approderà anche in radio.

– Metropolis nasce come periodico.
Prima settimanale di successo della provincia sud di Napoli, poi affermato quotidiano con ben cinque edizioni in edicola tra il Vesuviano, l’area stabiese, la Penisola Sorrentina, l’Agro-Nocerino e l’edizione salernitana, con una propria sede distaccata nella città di Arechi, aperta di recente.
Un ottimo risultato in poco meno di un ventennio…

“Sì, un risultato che è frutto soprattutto del lavoro di tanti colleghi che nel corso degli anni hanno dato il proprio contributo a “Metropolis”.
Alcuni sono rimasti, altri sono stati solo di…passaggio.
Ma tutti si sono contraddistinti per il grande impegno e la duttilità professionale messi in campo”.

-Qual è il segreto per conservare “un posto al sole” nel mercato editoriale campano, anche in tempi di marcata flessione come quelli che stiamo vivendo oggi?

“Non nascondo che la nostra situazione rappresenta una sorta di oasi felice nel mercato editoriale campano.
Ammetto con soddisfazione che nel 2012 abbiamo ottenuto un segno ‘più’ sulle vendite del quotidiano, e questo rappresenta, senz’altro, un eccellente risultato.
Il segreto per conservare un ‘posto al sole’?
Credo che molto del nostro successo sia dovuto all’attenzione che riserviamo al territorio ed ai piccoli Comuni che occupano sempre un posto in prima pagina sul nostro giornale.
E questa è un’arma in più che sembra dare i suoi frutti”.

-Indubbiamente la scelta di focalizzarsi su un tipo di informazione fortemente localizzata e locale sembra premiare in termini di vendite e diffusioni.
Ma quali potrebbero essere i limiti di un indirizzo del genere?

“I limiti in un giornale ci sono sempre.
Nello specifico, una nostra pecca potrebbe essere quella di dare meno attenzione al mondo dello sport piuttosto che a quello della politica nazionale, ma si tratta di una scelta piuttosto che di un limite.
E si tratta di una scelta che rientra a pieno regime nella nostra impostazione editoriale”.

-La scelta di dare spazio, sulle pagine del giornale, ma anche in tv, ai problemi del territorio fa dell’informazione uno strumento sempre più al servizio del cittadino.
Allo stesso tempo, però, si rischia di “pestare i piedi” a qualcuno. Vi è mai successo di diventare scomodi?
E con quali risultati?

“Certo, il nostro è un giornale “aggressivo”, come dovrebbero essere, a mio avviso, tutti i giornali, e questo costituisce anche il nostro punto di forza.
Noi puntiamo ad un’informazione a 360 gradi che non lasci spazio a paure o a remore nei confronti di nessuno.
Qualcuno ci capisce, qualcuno no.
Pazienza! Fa parte del gioco.
Come le minacce che abbiamo ricevuto e che senz’altro ancora riceveremo in futuro.
Minacce che, ci tengo a ribadirlo, non ci hanno mai fermato, non ci fermano e non ci fermeranno mai”.

-La vostra impostazione editoriale si richiama per certi versi all’informazione del futuro.
Ovvero l’offerta multipiattaforma: cartaceo, televisivo, web.
Quanto avete investito in questa direzione e con quali risultati?

“Crediamo fortemente nella convergenza dei mezzi di informazione.
Il web ci ha dato degli ottimi risultati ed in più, da gennaio prossimo, debutteremo anche in web radio.
Tuttavia il primo amore rimane quello per la carta stampata.
E finché questa continuerà ad esistere, esisterà anche l’informazione locale”.

-Guardando al palinsesto televisivo di Metropolis tv, quanti e quali sono i programmi autoprodotti?

“Il 90% dei nostri programmi è di produzione propria.
Cerchiamo di offrire una programmazione varia che contempla oltre l’informazione anche l’intrattenimento, lo sport e la cronaca.
A differenza degli altri editori, cerchiamo di non trasmettere le solite televendite o riproporre vecchie pellicole in bianco e nero”.

-Da editore televisivo, in qualità di fornitore di contenuti, che idea si è fatto della scelta di alcuni editori campani di rottamare le frequenze e quindi rinunciare ad essere operatori di rete?

“Credo che alcuni editori siano stati costretti a rottamare.
Il loro è stato un atto dovuto.
Penso tuttavia che siano scelte individuali dettate da più fattori”.

-Ma se dovesse scegliere, tra il web, la carta stampata e la televisione, quale mezzo “salverebbe” per continuare a proporre una buona informazione?

“Non butterei giù nessuno dalla torre.
Nel corso di questi anni ho mantenuto in vita, seppure con sacrifici, sia il web, sia la carta stampata, sia la televisione.
Non vedo perché non dovrei continuare a farlo”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome