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INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE CULTURA: TUTELA DI TESTATE LOCALI DA DISPOSIZIONI DI POSTE ITALIANE

Ieri, in Commissione Cultura della camera, si è tenuta l’interrogazione di Giorgio Merlo (PD)
su “Iniziative volte a tutelare le testate locali da recenti disposizioni di Poste Italiane”.
Il sottosegretario Francesco Maria Giro ha risposto all’interrogazione come di seguito riportato.

TESTO DELLA RISPOSTA
In merito all’atto in esame, si forniscono i seguenti elementi di risposta, sulla base di informazioni acquisite presso la società Poste Italiane.
I nuovi standard per la postalizzazione di stampe periodiche, in vigore dal 1o aprile 2009, sono il frutto dell’impegno di Poste Italiane di non caricare sugli editori il peso dei tagli alle integrazioni tariffarie, effettuati con il decreto-legge n. 159/2007, (collegato alla Legge Finanziaria), convertito con modificazioni nella Legge n. 222 del 29 novembre 2007.
Tale norma stabilisce, infatti, che a decorrere dall’esercizio finanziario 2008, l’importo delle compensazioni editoriali riconosciute a Poste Italiane a fronte dell’applicazione delle tariffe agevolate è ridotto:
del 7 per cento per gli editori che annualmente maturano compensazioni per un importo complessivo fino ad 1 milione di euro;
del 12 per cento per gli editori che annualmente maturano compensazioni per un importo complessivo superiore ad 1 milione di euro.
Al fine di limitare al massimo l’incremento tariffario a carico degli editori, la Società ha concordato con i «clienti speditori» l’applicazione di un incremento tariffario pari al 4 per cento, a fronte dell’adeguamento da parte di quest’ultimi ad alcuni standard di presentazione ed allestimento dei prodotti da spedire, facendosi, in tal modo, carico della maggior parte del taglio, in termini di minor ricavi.
Per i «clienti speditori» che non avessero scelto questa soluzione è stata prevista l’applicazione integrale dei tagli alle integrazioni tariffarie disposta dal citato decreto-legge.
Poste Italiane ha, inoltre, precisato che per andare ulteriormente incontro alle esigenze degli editori, è stato previsto:
un primo periodo di sei mesi (1o gennaio 2008-30 giugno 2008), nel quale si è agevolato il confronto con i clienti speditori nella ricerca di una soluzione che bilanciasse tutti gli elementi in gioco. Per tutto il periodo non è stato applicato alcun incremento tariffario ed è stata raggiunta una soluzione condivisa dalle principali associazioni di categoria;
un periodo successivo di nove mesi (1o luglio 2008 – 31 marzo 2009) in cui è stato applicato l’incremento tariffario del 4 per cento, in assenza di adeguamento ai nuovi standard di presentazione ed allestimento degli invii editoriali;
l’entrata in vigore del nuovo sistema a partire dal 1o aprile 2009 che prevede la conferma del 4 per cento di aumento a fronte del rispetto dei nuovi standard, ovvero l’applicazione integrale dei tagli previsti dalla citata legge.
Inoltre, per agevolare le esigenze di alcuni clienti è stata prevista anche la possibilità di applicare un incremento limitato al 7,5, qualora fossero rispettati solo alcuni dei determinati nuovi standard richiesti.
Con riferimento alla problematica della cosiddetta «cellophanatura», la Società, ha evidenziato che quanto previsto dai nuovi standard è coerente ed in linea con la pratica già vigente negli altri principali Paesi europei. Tali specifiche tecniche sono, infatti, funzionali allo sfruttamento degli investimenti tecnologici in impianti e macchinari all’avanguardia di cui la stessa società si è dotata, che permettono di fornire un servizio di alta qualità ed eccellenza a costi più bassi, e che giustificano il ribaltamento solo parziale sugli editori del taglio delle integrazioni tariffarie previste dalla legge.
Poste Italiane ha precisato, infine, che l’eccezione prevista per l’editoria quotidiana trova invece il suo fondamento nel fatto che la particolare tempistica di smistamento dei quotidiani costringe l’Azienda ad operare con delle procedure ad hoc incompatibili con le lavorazioni automatizzate.

Giorgio Merlo, si è dichiarato insoddisfatto della risposta ricevuta, rilevando che con l’interrogazione si intendeva scongiurare la chiusura di molte testate settimanali d’informazione locale, in quanto le stesse non possano essere discriminate rispetto alle testate nazionali. Rileva, infatti, che l’interrogazione auspicava una revisione delle normative discriminatorie previste recentemente nei confronti delle testate locali, temendo che con questa normativa si voglia di fatto arrivare alla chiusura delle medesime.

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