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IL TESTO DEL “PROCESSO VERBALE” DELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI

”COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Processo verbale della seduta n. 6 Venerdi’ 23 gennaio 2009. Presidenza del Presidente Riccardo VILLARI”.

Così si apre il ”processo verbale”, in altre parole il verbale della riunione della Commissione di Vigilanza (vera o virtuale?) costituita dai tre parlamentari ‘resistenti’ che i loro colleghi ormai li chiamano ironicamente ”i giapponesi”, dal soldato nipponico che all’interno di una sperduta foresta continuò da solo la seconda guerra mondiale per oltre 30 anni.

E il processo verbale prosegue meticoloso: ”Sono presenti: deputati: Marco BELTRANDI, Luciano Mario SARDELLI.

La seduta inizia alle ore 13,30 Il Presidente illustra la lettera che ha ricevuto dai Presidenti delle Camere in data 15 gennaio. Rende conto della risposta in data 16 gennaio.

Esprime rammarico e amarezza per la posizione assunta nei confronti dei presenti, unici tre a rispondere alle convocazioni così come previsto dai regolamenti di Camera e Senato e rileva come ai commissari che hanno deciso di non aderire alle convocazioni non sia stata posta in essere alcuna sollecitazione in senso contrario dai Presidenti delle Camere.

Interviene l’onorevole Beltrandi. Ringrazia il Presidente e gli dà atto dell’assoluta correttezza osservata nel corso della sua presidenza. Chiede al Presidente, di fronte alla gravità di quanto accaduto, di attivarsi affinché sia tutelata la Commissione e le prerogative del Presidente. Ciò al fine di evitare che la nuova, a suo avviso illegittima, Commissione di vigilanza operi in una condizione di incertezza normativa. Ad avviso dell’onorevole Beltrandi è necessario sollevare il conflitto di attribuzione dinnanzi alla Consulta in quanto assolutamente carente di motivazioni l’atto con cui i Presidenti delle Camere hanno revocato i tre commissari non dimissionari, gli unici peraltro ad osservare quanto disposto dai regolamenti di Camera e Senato. Il presupposto degli atti su citati, infatti, è uno stato di necessità che non sussiste, anche perché di fronte alla dichiarazione dei capigruppo di non procedere ad indicare i sostituti dei trentasette dimissionari i Presidenti avrebbero dovuto procedere ad esperire più tentativi per richiamare i parlamentari all’osservanza di quanto previsto dai regolamenti. Soltanto poche ore dopo l’atto di revoca dei Presidenti i capigruppo hanno provveduto ad indicare i medesimi nominativi, eccetto uno, confermando chiaramente che l’impossibilità del funzionamento della Commissione evocato dai Presidenti delle Camere nell’atto di revoca sia del tutto insussistente. Fa presente di ritenere che sia stato violato l’art. 67 della Costituzione nei confronti sia del Presidente che dei commissari revocati”.

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