“Nessuna notizia può restare inedita”. In questa frase è riassunto il nuovo giuramento d’Ippocrate che i giornalisti hanno pronunciato pubblicamente mercoledì scorso a Caserta e a Casal di Principe. Si è anche specificato che il cronista che corre rischi per osservare questa regola deve avere il sostegno aperto, corale, convinto, senza distinguo degli altri giornalisti.
La formula giunge proprio in un momento caratterizzato dall’acutizzari di una situazione di emergenza che dura da troppo tempo, che riguarda soprattutto l’informazione sulla mafia, sulla camorra e su altre forme di criminalità e che si manifesta con il moltiplicarsi dei casi di cronisti minacciati, intimiditi, costretti a vivere sotto scorta e spesso costretti, altresì, a difendersi da attacchi, accuse, critiche di altri giornalisti che non condividono il giuramento d’Ippocrate come sopra formulato.
E’ una novità di grande rilievo, anche perché la nuova regola è stata declinata, per le rispettive responsabilità sia dal sindacato dei giornalisti, sia dall’organo di autogoverno della deontologia professionale. Si tratta di un’affermazione di principio importante. Riecheggia la presa di posizione della Confindustria siciliana che ha detto: chi paga il pizzo non può essere nostro socio. Mentre la Fnsi e l’Ordine dei giornalisti dicono: chi paga il pizzo in termini di censura o di autocensura non può stare con noi.
Fabiana Cammarano
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