IL MODELLO SARDEGNA PER IL PASSAGGIO AL DIGITALE. I PRO E I CONTRO

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Il cambiamento che ha preso il via in questi giorni in Italia è davvero epocale. Il segnale televisivo analogico che ha portato la televisione nelle nostre case fin dal suo nascere, è al tramonto. Dal 31 ottobre, data del cosiddetto switch off, la Sardegna sarà la prima regione in Italia, e la più vasta in Europa, ad essere completamente digitalizzata. Un evento che per il resto dell’Italia, così come per la gran parte d’Europa, si realizzerà alla fine del 2012.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente varato un decreto (10 settembre) nel quale sono stabilite per singola area geografica i tempi di passaggio alla tv digitale. Un procedimento, quello della digitalizzazione per gradi, che, dopo la Sardegna, sarà replicato per ogni comune e provincia del territorio italiano. Nell’isola, tanto per fare un esempio, lo spegnimento del segnale analogico è cominciato il 15 ottobre nella zona dell’Ogliastra e di Sarrabus, per passare nei giorni successivi a Cagliari ed al suo interland. Nei giorni da domani al 31 ottobre, l’operazione si chiuderà con la Sardegna settentrionale, Sassari e la Gallura.
I motori dell’intero sistema organizzativo son il Comitato Nazionale Italia Digitale e l’associazione Dgtvi. Il Comitato (Cnid) costituito presso il Ministero, presieduto dal sottosegretario con delega alle comunicazioni, Paolo Romani, è una sorta di tavolo operativo con l’Autorità per le comunicazioni e i rappresentanti delle tv. Di volta in volta il comitato costituisce dei sottocomitati per le aree interessate dalle operazioni di switch off, nei quali, oltre al ministero, all’Autorità, agli amministratori locali ed ai rappresentanti delle tv presenti sul territorio, siedono anche le associazioni di utenti e consumatori, i produttori e i distributori di apparecchi digitali. Fondamentalmente l’associazione Dgtvi riunisce tutti i maggiori operatori televisivi, come Rai, Mediaset e le tv riunite nelle associazioni Frt e Aeranti-Corallo.
Ma perché il sistema abbia successo è indispensabile che tutte le emittenti e tutti i comuni interessati siano d’accordo. Infatti, basta poco, per creare disagi. Ne è un esempio il caso di Reta A, quello che è stato chiamato “la guerra del telecomando”. In ogni area geografica digitalizzata l’utente trova nel telecomando una sequenza di canali precostituita che può anche essere modificata ma che le reti tv considerano fondamentale nell’approccio al mercato. In Sardegna la sequenza è stata decisa da Dgtvi ma Rete A, del Gruppo L’Espresso, che non aderisce a Dgtvi, si è sovrapposta con il proprio multiplex (All Music, Repubblica tv, France 24) sui canali 8-9 e 10, già occupati da Mtv, Videolina e Sardegna. Il conflitto è stato in parte sanato con l’intervento del Ministero ma persiste la sovrapposizione sul canale 8 la cui soluzione è affidata agli utenti. Un problema che potrebbe ripetersi in altre aree geografiche, soprattutto in quelle dove è maggiore il numero delle tv locali, come la Sicilia e la Puglia.
Ma, ha assicurato il sottosegretario Romani, il processo di digitalizzazione andrà avanti e “questa volta si fa sul serio, i tempi saranno rispettati”. “Come per la Sardegna – ha affermato Romani – cercheremo la condivisione delle amministrazioni locali, degli operatori e dei cittadini anche attraverso le associazioni dei consumatori. Sono questi i tre elementi essenziali. L’unica differenza è che in Sardegna il contributo statale per l’acquisto del decoder è stato esteso a tutti, mentre nelle altre regioni sarà riservato solo alle famiglie a basso reddito.
Ma gli utenti cosa ci guadagnano? In effetti i vantaggi non sono da sottovalutare: un maggior numero di programmi disponibili (almeno il quadruplo di quelli attuali), una migliore qualità immagine/audio, la possibilità di partecipazione attiva e immediata ai programmi televisivi, la possibilità di usare la tv per l’utilizzo di servizi di informazione e di pubblica utilità, minore inquinamento elettromagnetico (il segnale di trasmissione della tv digitale richiede potenze inferiori a quello analogico).
Fabiana Cammarano

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