Editoria

Il M5s che abbraccia Ranucci è lo stesso che voleva chiudere i giornali?

Come si cambia per non morire: il M5s ora scende in piazza a favore dei giornalisti o meglio di Sigfrido Ranucci. Lo stesso uomo che, assurto al governo da più o meno poco noto avvocato che era, aveva nominato come suo sottosegretario all’editoria un tizio che si vantava di informarsi sui social, adesso “abbraccia” un giornalista. Chiaro, però: c’è giornalista e giornalista. Abbracciare Sigfrido Ranucci, per Giuseppe Conte ma per tutti coloro che rappresentano un’istituzione, è un dovere politico. Adesso dopo quello che gli è successo più che mai. Ma partecipare ai sit-in, sbandierare ai quattro venti un amore per l’informazione che il Movimento Cinque Stelle non ha mai avuto contro cui, anzi, ha sempre lottato in maniera accanita, forse è un po’ too much. “Come Movimento 5 stelle abbiamo sentito il bisogno di dare questo abbraccio collettivo a Sigfrido Ranucci senza bandiere, in piazza, fra i cittadini”. Fin qui. Ma è quello che aggiunge che fa sognare: “Faremo di tutto in Parlamento per difendere i giornalisti con la schiena dritta: approviamo la legge contro le querele temerarie, sblocchiamo la commissione di Vigilanza Rai”. Chi decide chi ha la schiena dritta e chi no? Va da sé, i politici stessi. Perché tutto fa brodo nella querelle tra partiti: “I politici di maggioranza che hanno dimostrato solidarietà a Ranucci hanno fatto bene. Ora però siano conseguenti: ritirino le querele di partito”. Loro.

Sarebbe stato bello se la solidarietà a Ranucci fosse stata accompagnata da una profonda analisi del proprio passato. Sarebbe stato utile, a tutti, una pubblica reprimenda al proprio passato, alle umiliazioni, alla messa alla gogna quotidiana di un giornalista scelto più o meno a caso tra quelli sgraditi all’ex Elevato. Sarebbe stato credibile, Conte, se avesse preso le distanze anche pubblicamente dalle teorie strampalate del suo ex sottosegretario. Se avesse chiesto scusa per tutto il veleno sparso, per le accuse, per la volontà che avrebbe voluto far chiudere Radio Radicale. Che, poi, non erano del tutto sue ma frutto amarissimo (e condiviso) di una stagione che si è aperta ai tempi di Tangentopoli e non s’è chiusa mai. Perché la politica continua a mancare e di cambiamenti, negli anni, se ne son visti pochini. Insomma, sarebbe stato bello se Conte, oltre a Ranucci, avrebbe portato il M5s a manifestare a favore dei giornalisti minacciati sui territori. Quelli che lavorano per quei giornali che campano (anche) di contributo garantendo un presidio democratico vero in aree che, altrimenti, sarebbero lasciate alla mercé del nulla.

Luca Esposito

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