IL DOPPIO GIOCO DI LEVI. MANO TESA AI GIORNALISTI MA IL SUO DDL MIRA AD ABROGARE L’ORDINE

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Bella mossa quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Ricardo Franco Levi al congresso della Fnsi. Da un lato si augura che si arrivi presto ad un accordo per il rinnovo del contratto ma dall’altro mira ad abrogare l’ordine. Lo dimostra l’ambiguità con cui è trattata la questione all’art. 29 del suo DDL. Il
disegno di legge affida al Governo (con l’articolo 29) una delega infinita e
preoccupante che spazia “dall’attuazione delle norme costituzionali in tema di
libertà di manifestazione del pensiero al coordinamento e adeguamento della
disciplina in tema di responsabilità degli operatori dell’informazione”. E’
costituzionalmente corretto affidare giornali e direttori alla vigilanza di una
Autorità (l’Agcom), che è espressione, comunque, del potere legislativo e del
potere esecutivo? . Rimanendo a quanto si evince dall’art. 29 del DDL Levi,
ricordiamo che il Registro degli operatori della comunicazione (Roc) è gestito
dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che è governata da 9 membri,
che sono nominati secondo questo schema: 4 dal Senato, 4 dalla Camera, mentre il
presidente “è nominato con decreto del Presidente della Repubblica su proposta
del Presidente del Consiglio dei ministri d’intesa con il Ministro delle
comunicazioni”. In nessun caso la nomina può “essere effettuate in mancanza del
parere favorevole espresso dalle Commissioni parlamentari a maggioranza dei due
terzi dei componenti”. Il presidente, quindi, deve essere una personalità di
altissimo profilo, capace di calamitare il consenso della maggioranza e
dell’opposizione. L’Agcom, organismo di estrazione politica, è un’autorità
indipendente, che è l’occhio del Parlamento sul mondo dei media. E al Parlamento
consegna ogni anno una corposa relazione. La domanda mi sorge spontanea:"E’
costituzionalmente corretto affidare giornali e direttori alla vigilanza di una
Autorità, che è espressione, comunque, del potere legislativo e del potere
esecutivo?". A mio avviso il prossimo "attacco" al DDL Levi sarà quello
dell’Ordine dei Giornalisti. Il prossimo Presidente della FNSI sarà sicuramente
impegnato in questa probabile battaglia.

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