I traduttori chiedono aiuto al governo e al Parlamento. E lo fanno con una lettera aperta, indirizzata al Capo dello Stato e, quindi, alle massime istituzioni del Paese. La richiesta è semplice: vogliono l’istituzione di un fondo nazionale a sostegno della loro attività professionale e sono riusciti a coinvolgere in questa richiesta numerose firme prestigiose e volti noti della letteratura italiana e internazionale. Insieme all’appello, hanno consegnato anche settanta libri.
L’iniziativa porta la firma dell’organizzazione della Sezione dei traduttori editoriali, Strade, inquadrati nella Slc-Cgil.
L’obiettivo è sensibilizzare sul grave stato di salute del settore al tempo della pandemia Covid: “L’emergenza sanitaria impatta su una categoria già a rischio di sopravvivenza”, spiegano i traduttori: “La prospettiva deve diventare strutturale, allineare l’Italia al resto d’Europa”.
Numerose le adesioni da parte di grandi nomi della cultura mondiale tra cui (in ordine alfabetico): Emma Adbåge; Noam Chomsky; John Maxwell Coetzee; Jared Diamond; Jonathan Franzen; Rose Lagercrantz; Valeria Luiselli; Guadalupe Nettel; Eshkol Nevo; Tim Parks; Daniel Pennac; Judith Schalansky; Olga Tokarczuk. Tra gli italiani (in ordine alfabetico): Gianrico Carofiglio; Ernesto Ferrero; Vera Gheno; Loredana Lipperini; Vito Mancuso; Dacia Maraini; Michela Marzano; Gian Piero Piretto; Bianca Pitzorno; Roberto Piumini; Alessandra Sarchi; Igiaba Scego; Luca Serianni; Giorgio Vasta.
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