Soltanto di utili, Alphabet – società madre di Google -, ha raggranellato 34,5 miliardi di dollari. E solo nel primo trimestre di quest’anno. Se continua così, a Mountain View, i guadagni dovrebbero assommare a poco più di 138 miliardi di dollari. In pratica, quasi quanto un Pnrr. I numeri sono più che lusinghieri per il gigante del web per eccellenza che ha dichiarato un utile per azione pari a poco più di 2,8 dollari ognuna. Cifre che risultano superiori a quelle ipotizzate dagli analisti che “frenavano” l’utile di Google a “soli” 2,02 dollari per azione. Ma le cose risultano ancora più positive, per Google e Alphabet, se si prendono in considerazione i numeri legati al fatturato. Nei primi tre mesi di quest’anno, il fatturato è stato pari a poco meno di 76,49 miliardi di dollari. Somma che risulta di gran lunga superiore a quelle che ci s’attendeva a Wall Street dove si immaginava che il fatturato si fermasse a “soli” 75,53 miliardi di dollari. Ma non è finita qui. Già, perché il fatturato globale di Alphabet-Google, se possibile, è ancora superiore. E, in tutto, assomma a oltre 90 miliardi di dollari, stabilizzandosi attorno ai 90,23 miliardi. Ciò è possibile se si aggiungono al totale anche le commissioni pubblicitarie. I numeri di un gigante come questo sono davvero imponenti. Ma raccontano solo una parte del mercato digitale. Quella di Big Tech, dei pochi oligopolisti che detengono saldamente in mano le redini. Per tutti gli altri, a cominciare dagli editori, le briciole. Con il paradosso, se non proprio la beffa, che Google lucra sui contenuti che (anche se non soprattutto) loro affidano alla rete.