I giornali e la libertà negata

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L'aula del Parlamento europeo di Bruxelles

Il Regolamento europeo “Media freedom act” entrerà in vigore l’anno prossimo. E tra le importanti novità introduce nell’ordinamento una serie di norme che, a livello puramente teorico, dovrebbero garantire l’autonomia e l’indipendenza editoriale delle redazioni. Per dirla alla Totò questo Regolamento arriva proprio a fagiuolo visto cosa è accaduto in Italia negli ultimi giorni.

La direttrice de “La Svolta”, giornale on line che tratta di ambiente, diritti e futuro, Cristina Sivieri Tagliabue è stata licenziata dall’editore a seguito della pubblicazione di un articolo a lui poco gradito. Infatti, Pietro Colucci, indagato nell’ambito dell’indagine di Genova, ha ritenuto non tollerabile che un giornale da lui finanziato desse notizia del suo coinvolgimento nell’inchiesta. E facendo le cose in grande, oltre al direttore, ha praticamente deciso di chiudere il giornale. Il Messaggero, lo storico quotidiano della Capitale, di proprietà di Caltagirone, ha cambiato direttore. La notizia sarebbe ordinaria, ma non lo è. Infatti, Alessandro Barbano era stato messo alla guida del giornale meno di un mese fa e per questo prestigioso incarico aveva lasciato la direzione de “Il Riformista”. Ma la sua direzione è durata meno di un ciclo di luna, perché Caltagirone lo ha licenziato in tronco per non aver accettato di pubblicare un’intervista scritta con le domande concordate con il Presidente del Consiglio dei Ministri. Ora, le norme europee chiedono di garantire l’autonomia delle redazioni, ma con quest’aria, e che aria, si intravede una missione ai limiti dell’impossibile.

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