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GRILLO CONTRO I GIORNALISTI: «PENNIVENDOLI, IL CONSENSO DEL M5S VERSO I “RIBELLI” LO AVEVE INVENTATO VOI»

Grillo contesta chi gli vuole stampare addosso la nomea di “dittatore” accusando i giornalisti “pennivendoli” di falsificare la realtà. Dopo i casi dei militanti “ribelli” del movimento 5Stelle Giovanni Favia, protagonista dell’ormai noto “fuori onda”, e Federica Salsi, duramente attaccata da Grillo dopo aver partecipato alla trasmissione televisiva Ballarò, per il leader del movimento sono i giornalisti ad avere “grilli per la testa”: «I giornalisti – scrive Grillo sul suo blog – insistono con la fiducia a questo o a quell’altro esponente del M5S data con l’applausometro o con il voto per alzata di mano di poche decine di persone, la cui l’iscrizione al M5S non viene certificata formalmente». Il comico genovese aggiunge anche che «I ragazzi del M5S da sempre si riuniscono per discutere con i loro portavoce, ma la fiducia va gestita in modo formale. Non siamo all’asilo Mariuccia, cari pennivendoli». rillo chiama in causa il famoso punto “R” della tavola dei “10 comandamenti” base del movimento 5Stelle: «r come remissione del mandato – recita “il decalogo” -. Il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse, deve essere preceduto da un’informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S, con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di riferimento, o dell’intero corpo elettorale in caso del Parlamento». E la polemica si inasprisce sul caso della Salsi. Da un documento esclusivo in possesso di Tgcom24, contenente conversazioni registrate tra i membri del Movimento 5Stelle bolognese più vicini a Marco Piazza e Massimo Bugani, fedelissimi di Grillo, emergono commenti e insulti pesanti . «Avevano detto che non si doveva fare gossip… Il mestiere di…Il mestiere di… Della fede… » – dice un militante -, ma un’altra voce risponde: «puttana era e puttana resta». Poi interviene di nuovo il primo interlocutore: «…Non è mica andare in televisione, è fare qualcos’altro… ».

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