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Google punta sui mobile device ed acquista Punchd, leader delle carte fedeltà

La start up di San Francisco si affretta a negare eppure alcuni rumors rivelano che nei piani di Mountain View figuri l’acquisto, per 10milioni di dollari, di uno dei futuri snodi nel settore delle promozioni sulle vendite nel versante mobile. Punchd è infatti un programma, tuttora in versione beta, in grado di integrare il sistema delle carte fedeltà all’interno dei dispositivi mobili. Installando il software sul proprio smartphone, l’utente, puntando la fotocamera verso i prodotti recanti il codice fornito da Punchd, a seconda dell’offerta convenienza promossa, potrà accumulare punti per vedersi abbonati in seguito sconti o regali. Un’occasione in più per il gigante del search engine di implementare la tecnologia NFC (new field communication), ovvero il sistema di connettività wireless bidirezionale tra device posizionati a distanza ridotta, che interesseranno stavolta i terminali Android. Incamerando le tecnologie di un gruppo che è attualmente parte di un progetto di finanziamento per piccole società emergenti battezzato “500 Startups”, Google potrebbe espandere ulteriormente il progetto Wallet, la modalità di pagamenti via smartphone annunciatà a maggio, mediante la messa a punto di un sistema volto a premiare gli utenti più fedeli al servizio, con sconti previsti all’occorrenza. Solo di alcuni giorni fa era la notizia di un aggiornamento 2.3.5 sul telefono Google Nexus S, fabbricato da Samsung Electonics, che dovrebbe introdurre importanti novità anche per l’applicazione Wallet, a conferma dell’interesse di Mountain View in un settore come quello del mobile payment in continua evoluzione.
Per ora nè Punchd né Google hanno confermato l’accordo. Eppure è un fatto che intorno al citato progetto delle “500 start up” ci sia grande fermento. Basti pensare al recente acquisto da parte di Twitter della piattaforma BackType, una società di consulenza emergente californiana che supporta le aziende nel verificare l’impatto dei messaggi di 140 caratteri postati in rete (i tweets per l’appunto), sull’interesse del cliente mediante lo strumento “BackTweets”. Un servizio di cui, tra l’altro, si sono già avvalsi interlocutori centrali dell’IT, come Microsoft e AOL.
Tra consulenze varie e lo sviluppo di sistemi high-tech funzionali alla conquista del settore delle vendite anche offline mediante programmi pensati per i dispositivi mobili, le prospettive di integrazioni societarie del valore di milioni di dollari sembrano costituire prassi comune per gli stakeholder dell’Information Technology, sempre più interessati ad aprire nuovi fronti di guadagno offerti dalla net economy.

Luana Lo Masto

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