Giuli: “Ci vuole eurobond per la Cultura, un piano Olivetti per le biblioteche”

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Dopo il piano Mattei, il governo è pronto a varare il piano Olivetti mentre suggerisce all’Ue di lanciare una sorta di eurobond per la Cultura. È il ministro alla Cultura Alessandro Giuli a svelarlo alla platea degli editori e degli addetti ai lavori riunitisi all’inaugurazione della kermesse “Più Libri più liberi”. La promessa dell’esponente del governo Meloni è quello di un piano, intitolato proprio alla memoria dell’illuminato Adriano Olivetti, che si basa su un “sostegno robusto alle biblioteche”. Per Giuli si tratta di “luoghi della lettura che non sono soltanto, come nell’epoca analogica, luoghi in cui ci si siede e si legge un libro, ma posti di socialità in cui ci si incontra attraverso i dispositivi tecnologici contemporanei. Le biblioteche in questo piano sono dei presidi che accorciano le distanze tra il centro e le periferie”. Il ministro ha quindi aggiunto: “Abbiamo delle risorse, non sono tantissime: tutte quelle di cui disponiamo dobbiamo metterle a disposizione della possibilità di rieducarci al piacere dell’intelligenza condivisa e della cultura come socialità. Le biblioteche sono un’alternativa all’isolamento”.

Per Alessandro Giuli è evidente il fatto che “la funzione e il ruolo di chi cerca di mettere a disposizione dei giovani dei soldi per la lettura debba essere quello di accorciare le distanze tra il centro e la periferia” facendo in modo che “tutti i presidi culturali esistenti nei territori metropolitani meno avvantaggiati vivano di nuova forza, di nuovi progetti. Sostengo che i giovani soprattutto, ma in particolare anche coloro che difficilmente accedono ai centri storici perché vivono in piccoli paesi – ha sottolineato – debbano avere il diritto di disporre di biblioteche fornite e di luoghi in cui essere meno isolati”.

 

Ma la proposta forse più interessante snocciolata dal ministro Giuli è quella di una sorta di eurobond per la cultura, fondi da investire in libri e luoghi di aggregazione piuttosto che in armi: “In un mondo sempre più violento, attraversato da conflitti, in cui molto probabilmente il nuovo presidente degli Stati Uniti tornerà a ragionare in termini un po’ più isolazionistici rispetto all’Europa e alla necessità che l’Europa difenda se stessa o comunque dalle autocrazie che la minacciano. Noi per fortuna siamo il mondo libero che purtroppo però deve entrare in una logica, purtroppo, di riarmo come forma di deterrenza nei confronti delle autocrazie e dei dispotismi. Ma se tutto ciò avverrà ineluttabilmente tramite l’emissione di debito pubblico, cioè dei nostri soldi, di quelli dei nostri figli e dei nostri nipoti, allora perché non immaginare qualcosa di simile a un Eurobond Cultura, per esempio?”. Ma non è tutto: “Perché non immaginare che una percentuale dei soldi che noi, i nostri figli, i nostri nipoti, impegneranno per armarci e creare una deterrenza militare non debba essere impegnata affinché le armi di cui ci doteremo non vengano mai usate. E come si fa a proteggerci dalle armi, a non utilizzarle? Attraverso la cultura, attraverso i libri, attraverso il dialogo, attraverso la ricerca condivisa. Allora è questo il messaggio che deve passare qui in Europa – conclude Giuli – se possibile nell’Occidente, nel mondo intero”.

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