GARIMBERTI: CARO SAVIANO, GARANTIRÒ LA TUA LIBERTÀ (LA REPUBBLICA)

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Saviano, rispondo volentieri alla sua lettera e Le dico subito, in estrema sintesi, come la penso: io sulla libertà non tratto. Ho vissuto un lungo periodo della mia vita in un Paese in cui la libertà non c’era, quell’Unione Sovietica che non esiste più. So dunque molto bene che cosa significa scontrarsi quotidianamente con chi tenta di mettere in gabbia la tua libertà.
Il mio convincimento è che il pluralismo si fa aggiungendo voci e non sottraendone. E la Rai deve saper raccogliere tutte le voci.
Quanto alle sue osservazioni sui problemi avuti e gli ostacoli incontrati spero, e non può essere altrimenti, che siano solo lo specchio di una tendenza al ritardo che, lo dico senza mezzi termini, non mi piace per niente. E’ chiaro a tutti, perché è scritto nella legge e nello statuto Rai, che né il Presidente né i Consiglieri di amministrazione possono intervenire direttamente nella gestione operativa dell’Azienda che è demandata al Direttore Generale. Ma di questa tendenza al ritardo, di questo andazzo, ho già parlato in Cda perché finisce per generare polemiche e letture politiche che ci fanno finire sui giornali e danneggiano l’immagine della Rai. Quando non rischia addirittura di incidere economicamente. La mia Rai ideale è un’azienda normale, che sui giornali ci finisce una volta l’anno, magari quando presenta il bilancio, come tutte le società per azioni.

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